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Apriva supermercati e truffava i fornitori, arrestato un calabrese

BARI Apriva supermercati in tutta Italia, acquistava merce ottenendo dilazioni nei pagamenti, poi svuotavano i magazzini della merce, chiudevano i conti correnti e fuggivano senza lasciare traccia:…

Pubblicato il: 30/06/2017 – 11:42
Apriva supermercati e truffava i fornitori, arrestato un calabrese

BARI Apriva supermercati in tutta Italia, acquistava merce ottenendo dilazioni nei pagamenti, poi svuotavano i magazzini della merce, chiudevano i conti correnti e fuggivano senza lasciare traccia: i militari della Guardia di finanza, nel corso di indagini, hanno identificato i presunti responsabili, arrestando una persona e indagando altre cinque. L’operazione è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari ed è stata compiuta dai finanzieri della Tenenza di Altamura in collaborazione con il Nucleo PT/Gico di Milano e della Compagnia di Crotone. In particolare all’arrestato, Dante Mannolo, 49 anni di Cutro, al quale sono stati concessi i domiciliari, sono stati contestati i reati di riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. Secondo gli investigatori l’uomo sarebbe legato ad ambienti della criminalità organizzata calabrese e si sarebbe servito di numerosi prestanome per creare piccoli supermercati – il primo dei quali individuato dai finanzieri ad Altamura – sistematicamente svuotati durante il primo anno di attività. In particolare, gli indagati, tutti calabresi, avrebbero creato e promosso, secondo gli investigatori, un’articolata e stabile attività, basata sulla costituzione di numerose aziende, sul territorio nazionale, di fatto gestite dall’uomo arrestato. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le aziende rimanevano operative per un periodo molto breve, il necessario per ottenere la fiducia dei fornitori. Ben presto però, dopo aver eseguito acquisti di merce per ingenti somme, e aver ottenuto pagamenti dilazionati, gli indagati facevano perdere le proprie tracce, svuotando magazzini e conti correnti. Le indagini si sono estese anche ad altre regioni d’Italia, permettendo di constatare che il modus operandi del gruppo veniva riproposto a discapito dei fornitori, truffati per importi anche significativi, e degli istituti di credito dove venivano accesi i conti correnti, alimentati quasi esclusivamente per contante e sistematicamente azzerati poco prima di cessare l’attività. Fondamentale nella organizzazione il contributo fornito dagli altri indagati, compiacenti intestatari delle società, prestanome abili nel far perdere le proprie tracce, anch’essi indagati per riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.

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