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Guerra di mafia nel Cosentino, quattro ergastoli definitivi

Lo ha deciso la Corte di Cassazione per gli imputati del processo nato dall’inchiesta della Dda di Catanzaro “Terminator 3”

Pubblicato il: 04/07/2017 – 13:50
Guerra di mafia nel Cosentino, quattro ergastoli definitivi

COSENZA Carcere a vita per alcuni boss del Cosentino. Lo ha deciso la Corte di Cassazione per gli imputati del processo nato dall’inchiesta della Dda di Catanzaro “Terminator 3”, che ha ricostruito gli omicidi di Primiano Chiarello (avvenuto a Cassano Jonio l’8 giugno 1999), uomo ritenuto vicino al clan Bruni, dei boss cosentini Francesco Bruni senior, detto “Bella Bella” (giustiziato a Cosenza il 29 luglio 1999) e Antonio Sena (ammazzato a Castrolibero il 12 maggio 2000). Un anno di sangue nel Cosentino che ha portato a condannare, in primo e secondo grado, Franco Abbruzzese, boss di Cassano Jonio, e Nicola Acri, capo della mala rossanese, ritenuti responsabili del delitto Chiarello; Ettore Lanzino, considerato il mandante dell’azione armata contro “Bella Bella” e Franco Presta, sotto processo per il delitto Sena. 
La Suprema Corte ha confermato l’ergastolo per Franco Presta, Ettore Lanzino, Francesco Abbruzzese (detto  “Dentuzzo”) e Nicola Acri, rispettivamente esponenti di spicco delle cosche Lanzino di Cosenza, Abbruzzese di Cassano allo Jonio e Acri di Rossano. Condannati anche i collaboratori di giustizia Vincenzo Dedato, ritenuto l’ex contabile del clan Lanzino, e Francesco Bevilacqua  conosciuto come “Franchino i’ Mafarda”, considerato boss degli “zingari” di Cosenza tra la fine degli anni 90 e l’inizio del 2000. Acri e Abbruzzese sono stati condannati all’ergastolo per l’omicidio Chiarello, ma entrambi sono stati assolti per il delitto Bruni “Bella bella”, al contrario di Ettore Lanzino e Franco Presta che, assieme a Dedato, sono stati ritenuti colpevoli: ergastolo per i primi due e 14 anni per il collaboratore di giustizia.
Per l’assassinio di Sena sono stati condannati Presta e Dedato. Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Giuseppe De Marco, Franco Locco, Gianluca Garritano. 

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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