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Lotta al caporalato dei migranti, a Reggio eseguiti 46 controlli

REGGIO CALABRIA Si è conclusa con un bilancio di 235 persone identificate, tra datori di lavoro e dipendenti, e 26 aziende controllate, la prima di una serie di operazioni della Polizia di Stato co…

Pubblicato il: 05/07/2017 – 5:40
Lotta al caporalato dei migranti, a Reggio eseguiti 46 controlli

REGGIO CALABRIA Si è conclusa con un bilancio di 235 persone identificate, tra datori di lavoro e dipendenti, e 26 aziende controllate, la prima di una serie di operazioni della Polizia di Stato contro il caporalato. “Freedom”, come era denominata l’operazione, ha visto impegnate le squadre mobili di Caserta, Foggia, Latina, Potenza, Ragusa e Reggio Calabria, coordinate dal Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine.
I servizi di controllo, rilevamento e contrasto hanno coinvolto anche altre amministrazioni ed altri uffici della Polizia di Stato. L’obiettivo è il contrasto dello sfruttamento di migranti irregolari costretti per pochi euro a lavorare con orari pesantissimi, in condizioni anche igieniche disumane, senza alcun giorno di riposo o altro diritto garantito. Fenomeno criminale diffuso soprattutto in Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia e tipico prevalentemente del settore agricolo, anche se con il tempo si è diffuso a quelli dell’edilizia, manifatturiero, della ristorazione e del turismo.
Si tratta di assunzioni “in nero”, con la completa inosservanza delle norme contributivo-previdenziali e di sicurezza sui luoghi di lavoro, che realizzano vere e proprie forme di riduzione in schiavitù perpetrate da cosiddetti “caporali”, autori dell’attività illecita d’intermediazione tra domanda e offerta. La storia si ripete molto spesso. I lavoratori sfruttati nel ragusano, ad esempio, provenivano dalla Nigeria e dalla Romania e hanno raccontato di aver raggiunto l’Italia alla ricerca di migliori condizioni di vita, trovandosi però a lavorare dalle 6 del mattino fino alle 19 di sera, percependo un compenso di 25 euro giornalieri, appena sufficienti per «comprare da mangiare e acquistare qualche vestito».
Molti di loro riferiscono che il caldo insopportabile delle serre provoca loro un costante mal di testa ed un perenne stato di confusione, di cui non si lamentano per la continua minaccia di licenziamento.
In provincia di Reggio Calabria sono state eseguite 46 perquisizioni finalizzate ad accertare l’eventuale possesso di armi, esplosivi e strumenti di effrazione ed elevate 4 sanzioni amministrative per irregolarità nei trattamenti retributivi, previdenziali e fiscali.  

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