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Anche Cosa nostra al lavoro sull'A3 – VIDEO INTERCETTAZIONI

CATANIA Ventisei arresti, cento perquisizioni e una pista che porta anche in Calabria. La “cellula” del clan Santapaola di Catania operativa a Messina aveva anche interessi negli appalti, attravers…

Pubblicato il: 06/07/2017 – 7:38
Anche Cosa nostra al lavoro sull'A3 – VIDEO INTERCETTAZIONI

CATANIA Ventisei arresti, cento perquisizioni e una pista che porta anche in Calabria. La “cellula” del clan Santapaola di Catania operativa a Messina aveva anche interessi negli appalti, attraverso l’imposizione di forniture e manodopera grazie a funzionari corrotti. È quanto emesso dalle indagini dei carabinieri del Ros. Il gruppo avrebbe avuto interessi anche nell’autostrada Salerno-Reggio Calabria e ad Expo, e gestito il gioco illegale e avuto un ruolo nelle scommesse di calcio. Poteva contare anche su informatori in uffici pubblici, di polizia e della Procura. 
Il blitz è scattato nelle provincie di Messina, Catania, Siracusa, Milano e Torino, con il coordinamento del procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dei sostituti Liliana Todaro, Maria Pellegrino e Antonio Carchietti per associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, estorsione, corruzione, trasferimento fraudolento di valori, turbata libertà degli incanti, esercizio abusivo dell’attività di giochi e scommesse, riciclaggio, reati in materia di armi. Per 10 degli indagati il gip ha disposto la misura degli arresti domiciliari. È la prima volta che si scopre, a Messina, una cellula di Cosa nostra del clan Santapola di Catania. Sarebbe stata gestita da persone appartenenti alla famiglia di Francesco e Vincenzo Romeo, il cognato ed il nipote del boss Nitto Santapaola, perché rispettivamente marito e figlio della sorella Concetta Santapaola. Il ruolo di capo, secondo le indagini del Ros, era rivestito da Vincenzo Romeo, sotto la supervisione del padre, Francesco, e con la collaborazione dei fratelli, Pasquale e Benedetto e Gianluca. Proprio Romeo in alcune intercettazioni ambientali agli atti dell’inchiesta della Dda della Procura di Messina, spiega di aver preso parte a Roma a un incontro con i finanziatori di questa società e che nell’occasione sarebbero stati presenti numerosi rappresentanti di diverse “famiglie” della Sacra Corona Unita e della ‘ndrangheta. Vincenzo Romeo sarebbe intervenuto con esponenti della cosca dei Barbaro di Platì per definire la “messa a posto” delle società messinesi “Demoter spa”, riconducibile a Carlo Borrella, ex presidente dell’associazione degli imprenditori edili di Messina e “Cubo spa”, che, secondo l’accusa, essendo state finanziate dall’organizzazione mafiosa, si erano avvicendate nei lavori di realizzazione e parziale adeguamento della “Ss 112 Dir. Sgc Bovalino – Platì – Zillastro – Bagnara”