Caso Sarlo, assoluzione definitiva per Scopelliti e Tallini

CATANZARO La partita è chiusa. È definitiva l’assoluzione dall’accusa di abuso d’ufficio emessa dalla Corte d’appello di Catanzaro nei confronti dell’ex presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e dell’ex assessore al Personale Domenico Tallini sul caso giudiziario innescato dalla nomina della dottoressa Alessandra Sarlo a dirigente generale del settore Controlli della Regione. Il “caso Sarlo” finisce qui, perché non si può più presentare ricorso rispetto alla sentenza di secondo grado che ha scagionato sia Scopelliti (assistito dall’avvocato Aldo Labate) che Tallini (assistito dagli avvocati Enzo loppoli e Franco Scalzi). La Procura catanzarese asseriva l’avvenuta violazione dell’articolo 19 del decreto legislativo n. 165/2001, la parte dedicata al conferimento degli incarichi dirigenziali del testo unico sul pubblico impiego. La motivazione della Corte d’appello ha però confermato la tesi difensiva sostenuta dall’avvocato Labate, secondo la quale la condotta di Scopelliti era esente da ogni addebito penale; ciò, in quanto nessuna violazione di legge era individuabile nell’iter di nomina della Sarlo. La sentenza ha stabilito che l’esclusione dei dirigenti interni nel processo di nomina non era stata pretestuosamente finalizzata alla nomina della Sarlo, ma era stata adottata seguendo i dettami dell’articolo 19 del Testo unico. In sostanza, la Sarlo non era estranea alla pubblica amministrazione, essendo dirigente di altra amministrazione pubblica. La Corte d’appello ha poi aggiunto come non possa parlarsi neppure di eccesso di potere in quanto la discrezionalità della Pubblica amministrazione «è stata esercitata nel rispetto della legge».