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«Il consiglio regionale si occupi dell’emergenza migranti»

Non è più possibile trascurare sistematicamente i problemi drammatici legati all’esistenza umana come quello che la Calabria sta ”subendo” negli ultimi anni, costretta ad affrontare con coraggio ma…

Pubblicato il: 08/07/2017 – 8:54
«Il consiglio regionale si occupi dell’emergenza migranti»

Non è più possibile trascurare sistematicamente i problemi drammatici legati all’esistenza umana come quello che la Calabria sta ”subendo” negli ultimi anni, costretta ad affrontare con coraggio ma sconcertante improvvisazione, i flussi inarrestabili migratori provenienti dal nord Africa, motivo di profonda vergogna che investe tutte le forze politiche regionali. Avevo ufficialmente chiesto, a settembre dello scorso anno, con nota n. 0337 del 22.09.2016, una seduta monotematica del consiglio regionale su questa infinita emergenza, trovando piena condivisione in tutti i colleghi e immediata disponibilità, ma, nei fatti poi non è seguita nessuna convocazione.
Siamo a luglio 2017 e sulle nostre coste i morti aumentano come gli sbarchi, le istituzioni così come le organizzazioni umanitarie viaggiano a vista, fra scandali e illazioni più o meno veritiere, e noi, delegati dal popolo calabrese, abbiamo l’obbligo morale di provare a individuare soluzioni e azioni che siano in grado di ridare dignità umana a un fenomeno che fino a oggi ci ha visto semplici e inermi spettatori, tutti, nessuno escluso. Una priorità improcrastinabile per la nostra Terra, che vive gli sbarchi quotidiani di migliaia di disperati, malconci nel migliore dei casi, cadaveri nel peggiore, e che non vuole continuare a restare indifferente davanti al genocidio marittimo a cui assistiamo.  Apparirebbe assurdo lasciare alla Calabria il solo primato del “più grande monumento a cielo aperto dedicato alla tragedia dell’immigrazione” e cioè il cimitero nel comune di Tarsia, dove seppellire le vittime di questa immane ecatombe, rinunciando ad applicare strategie efficaci e attuabili sull’intero territorio calabrese per far fronte a questa emergenza umanitaria. Lunedì, in sede di conferenza dei capigruppo, chiederò al presidente Irto e ai colleghi di dare seguito alla mia richiesta, una seduta monotematica del Consiglio regionale che rappresenti una risposta concreta rispetto a un governo nazionale miope e inconcludente, anzi, ancora una volta soccombente all’interno di uno scenario internazionale in cui è sempre più una comparsa utile solo all’occorrenza.
Quella mia accorata richiesta con un ordine del giorno monotematico, deve essere fatta propria dall’intera assise regionale, senza esitazione alcuna e senza campanilismi politici dannosi, dobbiamo essere assolutamente in grado di affrontare le gravi necessità di chi fugge da cruente realtà senza mai dimenticare il disagio e le difficoltà di nostri concittadini, chiamati sempre più spesso ad accogliere queste popolazioni in prima persona. Infatti, non è più trascurabile la “pretesa” dei cittadini calabresi di essere informati in maniera chiara sulle politiche dell’accoglienza adottate dal nostro Paese e la più che legittima richiesta di un contenimento dei flussi migratori in grado di garantire quella dignità umana che spesso viene calpestata. Dobbiamo avviare immediatamente una fase di politica regionale unitaria, lungimirante in tema di immigrazione, che si basi su garanzie di sicurezza e legalità per tutti, e che abbia l’autorevolezza necessaria a richiamare personalmente quella cooperazione internazionale auspicata infinite volte e mai veramente realizzata.
È inconcepibile che qualcuno al governo del Paese possa vedere nelle nostre coste, e parliamo di migliaia di chilometri, la soluzione pasticciata di un problema che ha dimensioni apocalittiche. Assurdo e impraticabile pensare di “usare” ancora la Calabria: ignorare le gravi ripercussioni sociali, i rischi emergenziali e le infiltrazioni criminali, in continuo aumento, vorrebbe dire aver già dimenticato i fatti di Rosarno ed il relativo contesto sociale, i focolai di protesta di Archi, Gambarie e Reggio Centro. Le istituzioni, invece, hanno l’obbligo di non disperdere gli immani sforzi delle nostre comunità, che accolgono quotidianamente con encomiabile altruismo migliaia di profughi, ospitandoli nelle strutture locali e provando a inserirli all’interno della società, un atteggiamento che evidenzia uno spirito eccezionale di responsabilità e condivisione, un esempio da valorizzare e, soprattutto, da tutelare. 

*consigliere regionale Casa delle Libertà

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