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Caso Barbalace, Guccione: «Oliverio garantista con lo sterzo»

«Per me Barbalace doveva e poteva rimanere al suo posto. Io sono garantista tutti i giorni, non come Oliverio, che è un garantista con lo sterzo».Il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione, “ca…

Pubblicato il: 09/07/2017 – 18:46
Caso Barbalace, Guccione: «Oliverio garantista con lo sterzo»

«Per me Barbalace doveva e poteva rimanere al suo posto. Io sono garantista tutti i giorni, non come Oliverio, che è un garantista con lo sterzo».
Il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione, “cacciato” dalla giunta Oliverio nell’estate del 2015 per un avviso di garanzia rimediato nell’ambito dell’inchiesta Rimborsopoli, non vede affatto di buon occhio le dimissioni di Carmen Barbalace, finita nell’indagine “Mandamento” perché – secondo la Dda di Reggio Calabria – avrebbe favorito illeciti finanziamenti pubblici al tempo in cui era una dipendente del dipartimento Agricoltura. 
Barbalace non doveva tirarsi indietro?
«Lo ripeto, io sono un garantista vero e credo che l’assessore non avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni. Credo anche che avrebbe dovuto essere Oliverio a prendere l’iniziativa perché non ci fossero due pesi e due misure. Avrebbe dovuto essere coerente con quanto fatto in passato, quando cacciò me e Ciconte dalla giunta per un semplice avviso di garanzia. Con una contraddizione evidente: quegli avvisi di garanzia non hanno influito minimamente sulla candidatura a sindaco di Ciconte a Catanzaro e mia a Cosenza, a soli tre giorni dalla presentazione delle liste e senza un programma. Credo che un punto di svolta sia necessario non per le vicende giudiziarie, ma perché non siamo all’altezza delle risposte che i calabresi si aspettavano. E parlo di cambiamento e discontinuità rispetto al passato. Aver aperto una conflittualità che dura da tre anni con Scura, con la speranza vana di Oliverio di essere nominato commissario alla Sanità, ad esempio, ha creato disservizi rispetto ai Livelli essenziali di assistenza e ha portato all’aumento del deficit, arrivato a oltre 90 milioni di euro. Ciò vuol dire che si allungheranno i tempi per l’uscita dal Piano di rientro».
Il governatore ha spiegato che toccava a Barbalace decidere sulle sue eventuali dimissioni, poi effettivamente consegnate; ma si è anche mostrato garantista rispetto all’indagine che la coinvolge.
«Il punto è che ci sono state diverse contraddizioni in questi mesi. Lo ripeto: è garantismo con lo sterzo, un modo di concepire le cose a convenienza».
Vuol dire che Guccione faceva ombra a Oliverio?
«Me lo dicono in molti: che alla fine sia stata questa la ragione vera. Anche perché non mi spiego come un avviso di garanzia possa precludere la permanenza in una giunta e non la candidatura a sindaco in una città come Cosenza».
Oliverio, evidentemente, si trova bene con i tecnici.
«A suo tempo feci una polemica con l’ex governatore Scopelliti, che tenne per sé quasi tutte le deleghe. La stessa cosa si può dire per Oliverio. Vedo un accentramento del potere nella persona del presidente che di certo non produce risultati positivi. E penso a turismo, cultura, fondi comunitari, difesa dal dissesto idrogeologico. È chiaro che si privilegiano personalità scelte sulla base di criteri che non sono quelli del voto popolare e non coloro che hanno autonomia e radicamento nel territorio».
E invece, che dovrebbe fare il governatore? Un rimpasto?
«Deve riaffermare le ragioni che ci permisero di vincere le primarie e le elezioni».
Significa che Guccione deve tornare in giunta?
«Magari fosse così semplice. Significa avere il coraggio, lo stesso del 2014, di mettere al centro prima di tutto la Calabria. E di costruire una squadra larga che non galleggi, ma sia in grado di avviare questo processo». 
Il governatore, però, ha anche detto che il rimpasto è una specie di invenzione dei giornali…
«È un sintomo della difficoltà di intravedere una soluzione per riprendere il cammino di una regione che vuole risposte concrete. Risposte che al momento non ha».
Ma lei la sente l’ansia per le imminenti decisioni di Oliverio, ammesso che le prenda? Dovrà pur sostituire Barbalace…
(Ride) «No, l’ansia è dovuta al fatto che la fase che si apre è molto difficile. Siamo reduci da due anni durissimi di sconfitte – a Lamezia, Vibo, Crotone, Cosenza, Catanzaro, al referendum del 4 dicembre –, sconfitte che segnalano un rapporto difficile con la società calabrese. Non so se siamo ancora in tempo a invertire la rotta. C’è bisogno di una rottura e di una ripartenza, ma serve la consapevolezza di chi governa oggi la Calabria. Continuando così andremo a sbattere».
La prossima settimana verrà rinnovato l’Ufficio di presidenza del consiglio regionale.
«Il Pd e la maggioranza devono sciogliere alcuni nodi politici. Credo che il presidente Irto sia stato una guida equilibrata e autonoma. Ora però dobbiamo dare un segnale che coinvolga tutte le aree territoriali della Calabria, non condizionando le decisioni della minoranza (si riferisce alla nomina di uno dei due vicepresidenti, che spetta all’opposizione, ndr) e affermando di nuovo la centralità del Consiglio, sia dal punto di vista del controllo delle attività della giunta sia della riappropriazione del potere legislativo, senza dimenticare l’avvio delle riforme necessarie per far ripartire un regionalismo che, in 40 anni, ha accumulato solo fallimenti». 
Sembra che una parte del Pd non voglia la riconferma del reggino Sebi Romeo come capogruppo…
«Sono valutazione politiche che farà il gruppo. Dipenderà anche quello che deciderà Oliverio. Buonsenso vorrebbe che le questioni relative al rimpasto di giunta e al rinnovo delle cariche per l’Ufficio di presidenza si affrontassero nel loro complesso, con una buona dose di “politica”». 
Direzione Pd. Come ha valutato le parole di Renzi?
«La mia idea è che un partito in cui non si discute e non si decide insieme, anche se c’è un segretario votato da milioni di elettori, rischia di rimanere isolato. E se il Pd rimane da solo, si perde. Il problema sono i contenuti, e dai contenuti vengono fuori le alleanze. Da soli facciamo poca strada».

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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