CATANZARO Sono stati rinviati a giudizio, dal gup di Catanzaro Giovanna Gioia, cinque medici dell’Asp di Catanzaro accusati di truffa perché, in qualità di dirigenti medici dell’Asp, attestando falsamente di svolgere attività istituzionale, quindi di essere presenti sul luogo di lavoro (come rilevato sia dai fogli di presenza giornaliera che dalla rilevazione automatizzata-badge), in quelle stesse ore svolgevano attività extraistituzionali (per esempio consulente tecnico di parte, arbitro, consulente tecnico d’ufficio, e componete commissioni presso altri enti) inducendo in errore l’amministrazione dell’ospedale circa la bontà delle ore di lavoro effettivamente svolte e percependo contemporaneamente sia retribuzione da parte dell’Asp che per gli altri incarichi svolti. Quindi percepivano indebitamente la retribuzione come dirigenti medici, rappresentata dal valore delle ore non lavorate e dei buoni pasto ottenuti indebitamente. I dirigenti medici per i quali il 27 novembre prossimo inizierà il processo sono Curzio Ceniti, Emma Annamaria Ciconte, Bernardo Cirillo, Giuseppe Donati e Anna Rita Falvo. Gli illeciti si sarebbero svolti tra il 2009 e il 2011, secondo le indagini condotte dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza e coordinate dal pm Domenico Guarascio.
Secondo quanto calcolato dalle Fiamme gialle, l’ingiusto vantaggio patrimoniale procurato da Ceniti consisterebbe in 3.236,52 euro; per Ciconte in 2.978,25; per Cirillo in 358,28 euro; per Donati in 956,04 euro; per Falvo in 5.595,01. Per le stesse vicende gli imputati sono stati assolti dalla Corte dei conti. Il 27 novembre prossimo i medici dovranno rispondere delle accuse assistiti dai propri legali, gli avvocati Saverio Loiero, Vittoria Aversa, Maria Daniela Raimondo, Maria Irene Rotella e Stefania Mantelli.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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