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«Mettetevi a posto». Minacce a un lido di Gizzeria

LAMEZIA TERME Una lettera anonima, scritta a caratteri cubitali e destinata ai proprietari del lido Cool bay di località Pesce e Anguille di Gizzeria. All’interno c’è un messaggio per Francesco Bev…

Pubblicato il: 11/07/2017 – 17:27
«Mettetevi a posto». Minacce a un lido di Gizzeria

LAMEZIA TERME Una lettera anonima, scritta a caratteri cubitali e destinata ai proprietari del lido Cool bay di località Pesce e Anguille di Gizzeria. All’interno c’è un messaggio per Francesco Bevilacqua, amministratore unico, e i suoi soci, Piero Munizza e Salvatore Rettura, socio anche del supermercato Conad (anche questa attività ha subìto diverse «Avete avuto più di un avvertimento e non abbiamo avuto nessuna risposta – dice la lettera –. Dopo questa lettera se non vi mettete a posto immediatamente il locale verrà completamente distrutto così come tutti i beni che vi appartengono. Mettetevi a posto». La minaccia fa seguito a un attentato che i proprietari del lido hanno subìto a febbraio scorso: 6 pneumatici con bottiglie contenenti liquido infiammabile posizionati in punti diversi del ristorante del lido e dati alle fiamme. Hanno causato 35/40mila euro di danni ma il più si è riuscito a salvarlo. Dopo di allora, nessun segnale, nessuna richiesta di denaro o altro, fino a oggi. L’atto intimidatorio di febbraio è stato denunciato ai carabinieri di Gizzeria. Tra l’altro, anche a febbraio erano attive le telecamere esterne del lido che hanno ripreso una macchina e un soggetto col viso nascosto dal cappuccio di una felpa. 
Sul lido di Pesce e Anguille ci sono altri due stabilimenti oltre al Cool bay. C’è “Le B Club” dei fratelli Barbera di cui in passato era socio anche Francesco Bevilacqua. I rapporti col lido vicino non sono rose e fiori, vista la concorrenza reciproca. E poi c’è il lido del kite surf, l’Hang Loose Beach col quale i rapporti sono tranquilli. Francesco Bevilacqua – fratello di Gianpaolo di recente assolto in appello dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito del processo Perseo contro la cosca Giampà – ha dichiarato nella propria denuncia che il fiorente lido, con 40 dipendenti fissi regolarmente assunti, aperto ad agosto del 2015, ha subìto la prima intimidazione a gennaio 2016, quando ignoti accesero della diavolina in giro in sette punti diversi del locale senza causare danni rilevanti. Anche dopo quel gesto, nessuna rivendicazione, telefonata o richiesta. «Confidiamo nell’operato della magistratura che ci aiuti a sconfiggere questo male», hanno dichiarato i proprietari.

ale. tru.

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