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«Una giunta politica sarebbe un disastro per la Calabria»

Le dimissioni di Carmen Barbalace – di cui continuo ad avere stima immensa e verso cui sono grato per il lavoro prezioso profuso – hanno aperto il solito balletto sul rimpasto di giunta che viene r…

Pubblicato il: 11/07/2017 – 14:00
«Una giunta politica sarebbe un disastro per la Calabria»

Le dimissioni di Carmen Barbalace – di cui continuo ad avere stima immensa e verso cui sono grato per il lavoro prezioso profuso – hanno aperto il solito balletto sul rimpasto di giunta che viene riproposto a ogni stormir di fronda. Conoscendo Oliverio, credo di poter affermare con ragionevole convinzione che il cambio della giunta è più nella testa di chi vorrebbe alimentare problemi, che in quella del governatore. E già che ci siamo, diciamo pure che è lontana dai pensieri e dalle priorità dei calabresi. Per motivi politici il rimpasto di giunta spingerebbe in una palude la Calabria costretta a guerre intestine e di correnti.
Premetto che sarei il più interessato a una giunta politica in quanto avrei molte carte da giocare, essendo il secondo eletto nel Pd in provincia di Cosenza e avendo maturato per 10 anni una forte esperienza da sindaco senza dimenticare l’esperienza – sempre al fianco di Oliverio – in qualità di consigliere prima e assessore provinciale poi, per altri 10 anni. Non sono, però, in gioco il destino dei singoli e le legittime ambizioni personali. Ma una giunta politica, in questo momento, trascinerebbe anche i singoli nel tritacarne degli equilibri instabili che si prefigurano in prospettiva delle elezioni al Parlamento e del rinnovo degli organismi di partito.
Il mio giudizio sulla giunta tecnica è arcinoto ed estremamente positivo se si considera il merito delle questioni, con provvedimenti epocali e successi mai raggiunti in questi anni. Diciamoci la verità, il problema non è l’azione dell’esecutivo quanto quella di un Consiglio e di un partito con in mezzo noi consiglieri costretti un po’ come quegli schiavi che al tempo di Nerone venivano legati ai cavalli che correvano in opposte direzioni per espiare una pena. Vi è stata finora una debolezza legislativa e un vuoto politico che hanno aggravato e indebolito l’appeal della politica regionale tutta, senza distinzioni di sorta.
Il giro di boa, dunque, si preoccupi di rilanciare l’azione politica complessiva che non può essere delegata solo al governatore ma che ha bisogno di strutture e organismi in grado di costruire feeling con i cittadini e di avere la necessaria credibilità. Se, al contrario, ci infiliamo nelle discussioni tattiche su chi dovrà prendere il posto dei tecnici sarà la fine anticipata della legislatura, un’agonia infinità che romperà quello straccio di rapporto che ancora i consiglieri regionali riescono a mantenere con i cittadini. Nè si illuda chi pensa che nelle prossime dinamiche politiche e partitiche saranno brandite le comode incompatibilità dei consiglieri regionali, come già accaduto recentemente, con il silenzio connivente di tutti, noi compresi, avvezzi ai calcoli di correnti che alla fine ci considerano vassalli al servizio dei feudatari come la questione sanità di queste ore insegna.
Sarebbe il caso che tra di noi aprissimo un serrato e franco confronto sull’agenda da proporre ai calabresi in questo secondo tempo di legislatura.
Un’agenda da concordare con la giunta su cui costruire il gradimento delle parti sociali che, fortunatamente, esprimono in questo momento storico una apprezzabile qualità di proposta che può aiutare la Calabria. Senza dimenticare l’impresa, il Terzo settore, la Scuola e tutto il capitale sociale e umano di una regione che vuole essere parlata. Così come aspettano di essere parlati i sindaci che continuano a rappresentare la vera ossatura dell’ordinamento democratico per la loro diretta relazione con i cittadini. Trascorrere l’estate a discutere di toto-giunta sarebbe tempo sprecato. Tocca al governatore stroncare il balletto delle indiscrezioni; tocca a noi, a cominciare dal Pd, capire se siamo in grado di elevare la qualità legislativa e offrire ai calabresi un minimo di speranza anche alla luce di un lavoro che, seppure lento, inizia a dare i suoi frutti come si conviene per chi ha una visione.

*consigliere regionale del Pd

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