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«Caro Denis, ora tocca a te»

Dopo anni di attesa  ieri è stato riesumato il corpo di Denis Bergamini, è inutile dirlo ora sarà lui a dire a tutti noi come è morto.Nella mia carriera di avvocato  molte volte nelle aule di giust…

Pubblicato il: 12/07/2017 – 7:22
«Caro Denis, ora tocca a te»

Dopo anni di attesa  ieri è stato riesumato il corpo di Denis Bergamini, è inutile dirlo ora sarà lui a dire a tutti noi come è morto.
Nella mia carriera di avvocato  molte volte nelle aule di giustizia mi accorgo che non a tutte le parti processuali viene data la possibilità di parlare, vuoi che sia la parte offesa vuoi che sia l’imputato… ecco tutti hanno diritto di difendersi, tutti hanno diritto di dire come sono morti.
Denis Bergamini ora avrà la possibilità di dirlo a noi tutti, la giustizia ora gli sta dando la possibilità di farlo, e lui vuole parlare: non ci sta ad aver subito l’ennesima archiviazione… non ci sta ad aver letto di essersi buttato sotto un camion, lui amava vivere.
Chiunque viene chiamato ad analizzare un scena del crimine dovrebbe avere un’etica con sé nell’espletamento del suo lavoro.
Di recente all’interno nel sistema giustizia, c ‘è una componente che più di ogni altra incide sul livello di fiducia dei cittadini nei confronti della risposta che lo Stato riesce ad offrire alla commissione dei reati più efferato.
È la scienza forense, cioè la scienza al servizio della legge, che non solo deve dimostrare di essere corretta oltre che imparziale e trasparente, ma in più deve essere vista e percepita da tutti in quanto tale.
Molto spesso, sulla scena è facile incorrere in una di quelle condotte scorrette che è diabolica da dimostrare: il non fare o il fare troppo.
Soprattutto negli scenari complessi, si tende ad uscire da situazioni investigative difficili evitando di compiere indagini in maniera completa e limitandosi al necessario, oppure, in senso opposto, evitando di fare una selezione ragionata delle tracce sul campo raccogliendo ogni genere di segno e lasciando ad altri (pubblico ministero e periti medici) il compito di trarre delle conclusioni dall’analisi dei reperti.
In un caso e nell’altro, il comportamento non è corretto perché sacrifica l’indagine.
Nessuno ci guadagna quando ci sono errori giudiziari e il pubblico ha il diritto di aspettarsi il massimo livello di professionalità tra coloro che, lavorando nel sistema giudiziario, dovrebbero assicurare la giustizia.
Nel 2012 però si avvia una nuova fase per la ricerca della verità, infatti da ottobre 2011 a maggio 2012, vengono  espletate dai Ris di Messina importanti indagini e analisi dei reperti.
Cosi concludevano i Ris: «Le autonome fonti di prova raccolte da questa P.G. nell’ambito del riferito procedimento, se da un lato risultano sufficientemente indicative dell’inesistenza della presunta volontà suicida da parte del Bergamini Donato (che aveva perfino esternato importanti progetti a medio termine o anche semplici intenzioni di cose da fare nei giorni seguenti), dall’altro dimostrano adeguatamente, ben oltre un livello meramente congetturale, la macroscopica incongruenza della dinamica del “sinistro” per come oggi “ fatto conoscere”».
Ecco, Denis, finalmente la Giustizia ti sta dando la possibilità di parlare, di dirci cosa ti ha portato ad abbandonare i tuoi compagni di squadra durante il ritiro alla vigilia di una importante partita del tuo Cosenza e tu da grande campione quale eri non lo avresti mai fatto, ecco Denis… finalmente  ora tocca a te.

*avvocato penalista

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