COSENZA «Sarà Denis a dirci la verità». Lo ripete da giorni ai giornalisti e lo scrive anche sulla sua bacheca Facebook l’avvocato Fabio Anselmo che rappresenta la famiglia Bergamini che lo scorso lunedì ha affrontato una giornata dura ma importante. È stata riesumata, al cimitero di Boccaleone di Argenta (Ferrara) la salma di Donato “Denis” Bergamini, il giocatore del Cosenza la cui morte, avvenuta il 19 novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico (Cosenza), venne attribuita a un suicidio. «Quello che è stato fatto oggi doveva essere già stato fatto tanti anni fa», ha detto all’uscita del cimitero ai giornalisti Donata Bergamini, la sorella di Denis che, da anni, si batte per chiedere la riapertura del caso. La salma è stata trasportata all’ospedale di Ferrara dove è stata sottoposta agli esami del caso.
La decisione della riesumazione è stata presa dal gip del Tribunale di Castrovillari, Teresa Riggio, che nel corso dell’incidente probatorio svoltosi nelle scorse settimane, ha accolto la richiesta della Procura che ha riaperto l’inchiesta sulla morte di Bergamini, archiviata, a suo tempo, come suicidio. La Procura mette in dubbio che la morte di Denis, travolto da un camion in transito lungo la statale 106 Jonica, sia stato un suicidio come finora si è ritenuto, ma ipotizza che si tratti di un omicidio. Nella nuova inchiesta sulla morte di Bergamini sono indagati l’allora fidanzata del giocatore, Isabella Internò, e l’autista del camion che investì il calciatore, Raffaele Pisano.
I primi risultati degli esami seguiti svelano qualcosa di diverso rispetto alla prima autopsia. Nel corso della notte scorsa i Ris e i consulenti che si occupavano del Dna si sono separati dal gruppo che stava eseguendo l’autopsia per effettuare nuovi rilievi sulla Maserati di Bergamini, conservata ad Argenta. Dai primi dati emersi ci sarebbero incongruenze con quanto era emersa dalla prima autopsia. Innanzitutto, la parte del corpo maggiormente interessata dal trauma sarebbe quella sinistra e non quella destra come invece si era sempre pensato. Sulla sinistra del corpo ci sarebbe pure un taglio longitudinale sospetto della testa del femore che a detta dei consulenti e dei periti apparirebbe anomalo e innaturale. Dalle lesioni riscontrate il corpo del calciatore sarebbe stato schiacciato dal ventre verso la schiena e non viceversa. Per l’avvocato Anselmo lo squarcio sulla pancia dice qualcosa di diverso da quello che per anni le foto mostravano, ovvero sembrerebbe che Denis fosse coricato supino e non prono. Saranno le analisi del Ris a dirlo. Intanto il pensiero dell’avvocato Anselmo va a Donata e due giorni dopo l’autopsia rivolge a lei un pensiero che scrive sulla sua pagina social: «Donata Bergamini si è recata al cimitero di Boccaleone di Argenta dove si trova sepolto suo fratello Denis. Ma non era la solita visita d’amore per onorare le sue spoglie. Non era sola, questa volta. Ha assistito alla riesumazione di quel povero corpo. All’apertura della sua bara dopo 28 anni. Abbiamo tutti tentato di dissuaderla ma lei, ferma ed ostinata ha voluto assistere ad ogni momento dell’autopsia di suo fratello. Me la descrivono ferma ed immobile a fianco della salma di Denis. Nessun mancamento. Nessun cedimento. Occhi vivi e concentrati su suo fratello. Attenti. Per tutto il tempo. Solo, a tratti, qualche lacrima solcava le guance. Donata è sempre stata insieme a Denis. Un’ultima volta. E Denis le ha parlato. Ci ha parlato».
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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