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In 4 rischiano il processo per la morte del piccolo Carmine

PAOLA Ha preso il via, nel tribunale di Paola, l’udienza preliminare per la morte del piccolo Carmine Ricco. Il bambino di 8 anni è deceduto all’Annunziata di Cosenza a seguito di una caduta mentre…

Pubblicato il: 12/07/2017 – 9:05
In 4 rischiano il processo per la morte del piccolo Carmine

PAOLA Ha preso il via, nel tribunale di Paola, l’udienza preliminare per la morte del piccolo Carmine Ricco. Il bambino di 8 anni è deceduto all’Annunziata di Cosenza a seguito di una caduta mentre giocava a pallone nel cortile di casa a Guardia Piemontese nel giugno del 2016. Secondo quanto emerso dalle indagini, il piccolo avrebbe colpito accidentalmente con il pallone la vetrata del portone di casa dalla quale sarebbe partita la scheggia di vetro che ha reciso l’arteria femorale.
A nulla è valso l’intervento dell’elisoccorso che ha trasportato Carmine all’ospedale di Cosenza dove dopo qualche ora è morto proprio a causa di quella profonda ferita. La famiglia, rappresentata dall’avvocato Davide Rosselli, ha presentato denuncia in Procura.
Per il pm Anna Chiara Fasano (titolare del fascicolo) i soccorsi sarebbero stati tardivi. Emergerebbe anche la responsabilità della baby sitter che «non avrebbe adottato un adeguato controllo del minore».
Secondo la Procura il piccolo doveva essere trasportato d’urgenza al pronto soccorso più vicino, ovvero al “Iannelli”. Infatti, al medico del 118 – uno degli indagati – viene contestato inoltre di non aver dialogato opportunamente con la centrale operativa del 118. Tra gli indagati risultano un infermiere – accusato di “imperizia assistenziale” – e l’autista del 118 che non avrebbe individuato una pista idonea all’atterraggio dell’elisoccorso.
La famiglia ha espresso l’intenzione di costituirsi parte civile. Il gup Rosamaria Mesiti il prossimo 20 settembre deciderà se rinviare a giudizio il medico del 118 Ida Alimena, l’infermiere Antonio Serpa, l’autista del 118 Giovanni Crupi e la babysitter Federica Ferraro. Per la Procura il medico del 118 non si sarebbe opportunamente confrontata con la centrale operativa del 118 e di aver praticato una “emostasi inadeguata”. L’infermiere è accusato di imperizia assistenziale; l’autista del 118 non avrebbe invece individuato una pista idonea per l’atterraggio dell’elisoccorso. La babysitter non avrebbe controllato adeguatamente il bimbo.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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