VIBO VALENTIA Sequestrati beni per 800mila euro a sei degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’uso distorto dei fondi ex Gescal, una parte dei quali servita per l’acquisto della sede Aterp di Vibo Valentia. Gli indagati sono in tutto 16, accusati di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche. Il gip di Vibo, Gabriella Lupoli, ha disposto il sequestro preventivo per equivalente a carico dell’ex commissario dell’Aterp di Vibo, Antonino Daffinà, dell’attuale vice presidente del consiglio regionale, all’epoca dei fatti assessore ai Lavori pubblici, Pino Gentile, del direttore generale del dipartimento Lavori pubblici, Domenico Pallaria, dell’ex dirigente del dipartimento, Antonio Capristo, del costruttore Nazzareno Guastalegname e dell’imprenditore Antonino Stagno.
Tra gli indagati figurano anche l’ex direttore generale Aterp, Giuseppe Maria Romano, Emilio Minasi, Giuseppe Raffele, Luciano De Pascali, Nicola Concetto Barbuto, Vito Caglioti, Nicola Bosco, Giuseppe Pepe, Michele Montagnese e Serafino Fiamingo.
La vicenda, che risale ai primi anni della giunta Scopelliti, era stata svelata dal Corriere della Calabria. Il tesoretto dei fondi ex Gescal, da oltre 150 milioni era passato in un tempo relativamente breve a 6. L’ipotesi è che la riserva milionaria alimentata dalle buste paga dei lavoratori sia stata dispersa per operazioni poco chiare, su cui la Guardia di finanza di Vibo ha deciso di fare chiarezza.
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