COSENZA «Non ho mai esercitato pressioni sul Comune di Acri». Lo ha detto ai giudici del Tribunale di Cosenza Angelo Gencarelli imputato nel processo “Acheruntia”, il procedimento che si sta svolgendo a Cosenza per gli indagati per i quali la Dda di Catanzaro aveva disposto il giudizio immediato. Sul banco degli imputati ci sono l’ex consigliere comunale di Acri, Angelo Gencarelli, Giampaolo Ferraro e Giuseppe Perri, ritenuto dagli inquirenti il reggente della cosca sul territorio acrese.
Acheruntia è l’inchiesta della Procura antimafia che nel luglio del 2015 ha provocato un terremoto politico ad Acri. Tra le persone coinvolte anche l’ex assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra. Il collegio del Tribunale di Cosenza (presidente Enrico Di Dedda), giovedì mattina, ha ascoltato un ultimo teste dell’avvocato Lucio Esbardo difensore di Ferraro. Poi è toccato all’esame degli imputati richiesto dalla pubblica accusa rappresentata dal procuratore Pierpaolo Bruni. Ferraro e Perri hanno rifiutato l’interrogatorio, mentre Gencarelli ha accettato. L’ex consigliere comunale, difeso dagli avvocati Antonio Quintieri e Matteo Cristiano, ha negato ogni addebito e ha spiegato quale era il suo ruolo all’epoca dei fatti. Ma ha – inoltre – ribadito di non avere mai esercitato alcuna pressione sull’amministrazione comunale. Ha poi precisato che all’epoca dei fatti – esattamente quando rilasciò il verbale – era un po’ sotto pressione psicologica per cui non ricorda adesso esattamente che cosa dichiarò in quella circostanza.
Il pubblico ministero depositerà alla prossima udienza alcune sentenze. Il processo è stato aggiornato al prossimo12 settembre per la requisitoria del pubblico ministero e l’arringa dell’avvocato Esbardo. Fissata poi la data del 26 settembre quando – al termine delle arringhe delle difese e di eventuali repliche e controrepliche – il collegio pronuncerà la sentenza.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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