CATANZARO La Regione Calabria ha attivato il sito “dedicato” a Garanzia Giovani e anche il nuovo sistema per la gestione parziale della Misura 5 – Tirocini. Uno step in qualche modo atteso e annunciato da una serie di servizi del Corriere della Calabria. E pure condito da diversi punti da chiarire. Almeno in teoria, ma non per l’amministrazione regionale. Che ha accettato “variazioni” (onerose?) nel progetto della piattaforma informatica. E ha scelto – questo il risultato degli interventi del direttore generale del dipartimento Lavoro Fortunato Varone – di utilizzare una soluzione tecnologica mutuata dall’Emilia Romagna quando ne aveva già una in casa. E tutto questo spendendo più di quanto previsto. Ma partiamo dal principio. Il manager del dipartimento Lavoro aveva uno scopo: quello di portare la Calabria ai livelli delle altre Regioni nella gestione delle pratiche “virtuali”.
DA TELECOM A FASTWEB Un percorso accidentato: andiamo con ordine e partiamo da uno dei compiti che la legge regionale 5 del 2001 assegna ad Azienda Calabria Lavoro: «Sviluppo e gestione del Sistema informativo lavoro regionale (Silar) e delle banche dati dei servizi all’impiego». È per questo motivo che la società in house ha attivato nel 2009 il Sistema CO Calabria riusandolo dalla Provincia di Teramo.
Dopo circa sette anni – nel marzo 2016 – Calabria Lavoro, guidata da Varone decide che non è più soddisfatta della convenzione Cnipa (Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione) con Telecom Italia. Conseguenza? Aderisce alla stessa convenzione Cnipa ma con Fastweb spa, stipulando con la società un accordo (1,8 milioni la spesa massima prevista) per la fornitura di generici servizi di connettività. La scelta viene motivata così: «A seguito di relazione degli esperti informativi (…) il sistema di connettività attualmente in uso è stato più volte oggetto di interruzione, causando disservizi e notevoli disagi con i collegamenti ministeriali». Pare strano, visto che il CO Calabria era stato esternalizzato in cloud da marzo 2015 (cioè 12 mesi prima) e sul registro ufficiale dei malfunzionamenti CO non c’erano segnalazioni ad avvalorare la tesi di un flop del sistema. Il dubbio è lecito: come sono state effettuate le analisi dei tecnici citate da Varone?
IL MODELLO EMILIANO Ma tant’è, si sceglie di passare a un nuovo collegamento – quello con Fastweb. Poteva bastare? Giammai, perché (va ricordato) la Calabria deve essere portata al livello delle altre Regioni. Così il moto perpetuo di Calabria Lavoro porta alla scelta del riuso gratuito del sistema utilizzato dalla Regione Emilia Romagna. È soltanto un caso, ma nel dipartimento una delle figure preminenti arrivava proprio da lì: quello Stefano Locatelli giunto in Calabria con l’ex assessore Nazzareno Salerno e uscito immune dallo spoils system oliveriano. Il passaggio al modello emiliano viene ufficializzato quando Varone diventa direttore generale del dipartimento Lavoro (pur continuando a firmare atti come Commissario di Azienda Calabria Lavoro) e quindi «preso atto che il dirigente generale proponente attesta che il presente provvedimento non comporta oneri a carico del bilancio annuale e/o pluriennale regionale, in quanto la compartecipazione all’adesione stessa grava su Azienda Calabria Lavoro» si approva il riuso. Un fulgido esempio di efficacia amministrativa la velocità con la quale Azienda Calabria Lavoro recepisce la decisione con decreto 52/2016 del 29 settembre 2016 a firma dell’onnipresente Varone che spazia da dg del dipartimento controllante a commissario dell’ente controllato. Però non pensate male: lo si fa per portare la Calabria al livello delle altre regioni.
COSTO ZERO? MACCHÉ Lo si dovrebbe fare a costo zero ma purtroppo non è così. Infatti apparentemente in contrasto con la delibera di giunta regionale 369/2016, Fortunato Varone – tornato nelle vesti di dg del dipartimento Lavoro – con decreto 17513 del 30 dicembre 2016 impegna 242.911,53 euro sul Pac Calabria per il riuso del Sistema Informativo Lavoro dell’Emilia Romagna “Sil-Er”, mentre con decreto 17514 sempre del 30 dicembre 2016 impegna 1.757.088,47 euro per spese relative ai servizi di digitalizzazione. La somma dei due impegni fa 2 milioni di euro, una cifra molto vicina a quella “immaginata” per la Convenzione con Fastweb spa.
Ma il riuso non era gratuito? Non era stato detto che non vi erano oneri a carico della Regione? E poi perché proprio il sistema dell’Emilia Romagna?
“NUOVO” VENTO A CALABRIA LAVORO Nel frattempo ad Azienda Calabria Lavoro “cambia” il vento e il vento porta al timone Luigi Zinno che, seguendo la linea tracciata dal suo predecessore, da buon commissario attiva in data 08 marzo 2017 il nuovo sistema CO Calabria (quello che già c’era) che – ricordate? – porterà la nostra regione a livello delle altre. Purtroppo compaiono i primi intoppi: il nuovo sistema non parte benissimo. A parte la grafica retrò, dopo più di due mesi gli utenti e gli operatori non si sentono tanto al livello delle altre regioni ed evidenziano problemi con l’invio delle comunicazioni e la consultazione delle informazioni storiche; anche gli stessi Centri per l’Impiego – che dovrebbero usare il sistema ogni giorno – lamentano l’inadeguatezza del nuovo sistema rispetto al precedente evidenziando, ad esempio, la non visibilità dei rapporti di lavoro prestati fuori provincia/regione che costringe i lavoratori a portare la copia cartacea della CO nonché la macchinosità nel reperire informazioni arrivando, ormai scoraggiati, a minacciare il blocco delle attività. Altra questione dirimente: è possibile che si decida la sostituzione di un sistema informativo senza aver prima chiesto un feedback agli operatori dei Cpi ed agli utenti? Evidentemente sì.
MISTERIOSI “MOVIMENTI” INFORMATICI I disservizi ovviamente si verificano mentre ad Azienda Calabria Lavoro arrivano proposte di interventi da centinaia di migliaia di euro per “migrazioni” ed analisi del “web sentiment”. Il vero punto è uno: si è partiti da una piattaforma per la quale non erano segnalati disastri e si è finiti – con la scusa di non spendere nulla – a tirar fuori un bel po’ di denari. Senza poter sapere – il sito istituzionale di Calabria Lavoro non è proprio un modello di trasparenza sul punto – quale società si stia occupando dei servizi legati al nuovo sistema informatico e se sia stata scelta con un avviso pubblico. In effetti sui “movimenti” informatici del dipartimento c’è un riserbo molto stretto. Ma si può provare ad abbozzare qualche teoria. La prescelta potrebbe essere Fastweb spa nell’ambito della Convenzione Cnipa. Oppure Engineering spa, che ha sviluppato il sistema per l’Emilia Romagna e vanta una solida e storica presenza in Calabria (oltre che buoni rapporti con la politica). O ancora Techno Center spa il cui sito internet informa della recente attivazione di una sede a Catanzaro e cita tra i clienti Azienda Calabria Lavoro? Già, con quali affidamenti? Ma soprattutto: qual è la regione al cui livello vuole tendere la Calabria? Sarà per caso l’Emilia Romagna? Chissà quanto costerà il percorso ai contribuenti calabresi. (ppp)
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