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OUTSET | Otto arresti per la guerra di mafia a Vibo – VIDEO E NOMI

CATANZARO Tre agguati mafiosi, con due vittime, tra il 2002 e il 2006. Tutti compiuti nel Vibonese e tutti, fino a questa mattina, rimasti insoluti. Oggi, però, al termine di un lungo lavoro invest…

Pubblicato il: 14/07/2017 – 5:15
OUTSET | Otto arresti per la guerra di mafia a Vibo – VIDEO E NOMI

CATANZARO Tre agguati mafiosi, con due vittime, tra il 2002 e il 2006. Tutti compiuti nel Vibonese e tutti, fino a questa mattina, rimasti insoluti. Oggi, però, al termine di un lungo lavoro investigativo, la Dda di Catanzaro ha arrestato otto persone, facendo chiarezza su quei fatti. La polizia, infatti, a conclusione di complesse attività d’indagine condotte dalle Squadre mobili di Catanzaro e Vibo Valentia e dal Servizio centrale operativo di Roma, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, dalle prime ore della mattinata odierna, ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 8 soggetti ritenuti responsabili a vario titolo dell’omicidio di Mario Franzoni, avvenuto nell’anno 2002 a Porto Salvo, frazione di Vibo Valentia, dell’omicidio di Giuseppe Salvatore Pugliese Carchedi e del tentato omicidio di Francesco Macrì, avvenuti nel 2006 sulla statale 522 tra Vibo Marina e Pizzo Calabro, tutte vittime di agguati mafiosi. I nomi degli arrestati: Nazzareno Felice, Michele Fiorillo, Rosario Fiorillo, Vincenzo Giampà, Nazzareno Mantella, Salvatore Mantella, Rosario Primo Mantino e Francesco Barba.

LE PAROLE DEI PENTITI Le attività d’indagine, supportate anche dalle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, Giuseppe Giampà, Raffaele Moscato, Pasquale Giampà, Andrea Mantella, hanno permesso di fare luce, oltre che sui moventi degli omicidi, anche sui mandanti e sugli esecutori materiali dei gravi fatti di sangue. Maggiori dettagli verranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11 nella Questura di Vibo Valentia alla presenza del procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri.

IL (FINTO) MOVENTE PRIVATO La cosca dei Piscopisani, ai quali apparterrebbero le otto persone arrestate stamani dalla polizia con l’accusa di avere avuto un ruolo in due omicidi, aveva cercato di veicolare l’idea che i delitti avessero un movente privato. È quanto emerso dalle indagini delle squadre mobili di Catanzaro e Vibo Valentia e dello Sco, coordinate dalla Dda catanzarese, che stamani hanno portato agli arresti. In particolare, secondo quanto si è appreso, per Mario Franzoni, ucciso nel 2002, negli ambienti criminali vibonesi era stata fatta circolare la voce che fosse stato ucciso in seguito a un litigio. Per Giuseppe Salvatore Pugliese Carchedi, assassinato nel 2006, era stato riferito che il delitto era da ascrivere ad una relazione che il giovane intratteneva con la figlia minorenne di un esponente della criminalità organizzata. In realtà, secondo quanto emerso dalle indagini, le vicende private, che effettivamente c’erano, sarebbero da calare in un contesto articolato relativo ai rapporti di forza in seno all’organizzazione criminale. Pugliese Carchedi, quindi, secondo gli investigatori, era stato ucciso per punirlo perché si ribellava alla cosca compiendo dei reati all’insaputa della ‘ndrina. 

Il video degli arresti dell’operazione “Outset”

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