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Pallaria: «Ma io ho “bloccato” i fondi ex Gescal»

CATANZARO Domenico Pallaria, manager regionale indagato nell’ambito dell’inchiesta sull’utilizzo distorto dei fondi ex Gescal per acquistare un immobile Aterp a Vibo Valentia, vuole riepilogare i …

Pubblicato il: 14/07/2017 – 6:40
Pallaria: «Ma io ho “bloccato” i fondi ex Gescal»

CATANZARO Domenico Pallaria, manager regionale indagato nell’ambito dell’inchiesta sull’utilizzo distorto dei fondi ex Gescal per acquistare un immobile Aterp a Vibo Valentia, vuole riepilogare i fatti e gli atti che riguardano il suo ruolo. «La Regione Calabria – scrive –, con legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47 ha autorizzato (rif. art 39) il dipartimento Lavori pubblici ad avviare una attività di ricognizione sullo stato di attuazione dei “programmi di edilizia comunque denominati e finanziati” al fine di rendere immediatamente utilizzabili le “risorse disponibili”». Dopo quella disposizione, la giunta regionale «con deliberazione del 30/07/12 n. 347 ha approvato un atto di indirizzo per l’elaborazione di un “Programma operativo nel settore delle politiche della casa”, da predisporsi a cura del dipartimento Lavori pubblici e Infrastrutture, articolato in 7 diversi punti e finanziato con risorse non spese derivanti dai fondi attribuiti alla Regione Calabria ai sensi dell’articolo 63 del decreto legislativo numero 112/98 allocati sul conto corrente infruttifero numero 20128/1208 «CDP Ed. Sovv. Fondo Globale Regioni», cioè i fondi ex Gescal. In merito, l’articolo 6 della legge numero 21 dell’8 febbraio 2001 – segnala Pallaria – dava disposizioni inequivocabili circa l’impiego, e da parte di chi, di detti fondi».
In quel periodo «il capo dipartimento era l’ingegnere Laganà e il dirigente del settore specifico era l’ingegnere Capristo che – sottolinea il direttore generale – hanno operato conformemente alle disposizioni legislative in vigore».
I 7 programmi di cui si occupava la delibera citata si sono tradotti «in altrettanti progetti approvati con appositi decreti dei predetti dirigenti; penso, a esempio, al Programma numero 1 che destinava 25 milioni di euro ad attività di censimento e verifica dei contratti delle singole abitazioni Aterp (le singole Aterp procedevano ad “arruolare” tecnici ed amministrativi)».
Pallaria arriva ai vertici del dipartimento solo nell’ottobre del 2013, dopo le dimissioni dell’ingegnere Laganà. Nel periodo successivo gli vengono proposte, da parte del settore competente, «variazioni non sostanziali ai menzionati  programmi originari che danno origine alle delibere 93/2014, 147/2014 e 452/2014».
Pallaria ci tiene a specificare che sono «tutte delibere di rimodulazioni dei singoli programmi (ad esempio, con la delibera numero 93/2014 viene aggiunto  un nuovo programma “Fondo rotativo per costituire garanzie accessorie per la contrazione di mutui finalizzati all’edilizia sociale” ). Era la prima delibera che mi veniva proposta – dice –, e proprio prendendo spunto dal nuovo programma aggiunto, chiedo al ministero un apposito parere contemplante, quindi, l’utilizzo dei fondi di cui si discute (Nota n. 171811 del 22 maggio 2014)». Il ministero riscontra quella nota demandando alla Regione la scelta circa l’impiego dei fondi «comunque in linea con l’articolo 6 della legge numero 21/2001».
Nel febbraio del 2015 a Pallaria viene affidata, ad interim, la direzione generale del dipartimento Ambiente ed Urbanistica. In quella circostanza il manager viene «a conoscenza che i Programmi di recupero urbano gestiti dall’apposito settore del dipartimento Urbanistica trovavano copertura, fin dal 2011, sugli stessi fondi ex Gescal». Ed è in quel momento che – scrive – «mi determino a “bloccare” i programmi stigmatizzando il fatto che nessuno si era accorto, dal 2011, che due dipartimenti operavano sugli stessi fondi; erano fondi che venivano trasferiti direttamente ai soggetti beneficiari dalla Cassa depositi e prestiti, senza passare dal bilancio regionale. Si è quindi dovuto fare una verifica sullo stato di attuazione dei programmi (per accertare gli impegni giuridici in atto) fino ad arrivare all’ultima delibera in ordine temporale».

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