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OUTSET | Piccoli omicidi tra (clan) amici

VIBO VALENTIA Io uccido per te, tu uccidi per me. Tra i primi a raccontare i particolari dell’omicidio di Mario Franzoni – ucciso il 21 agosto del 2002 con 6 colpi di calibro 9 che lo avevano raggi…

Pubblicato il: 14/07/2017 – 14:21
OUTSET | Piccoli omicidi tra (clan) amici

VIBO VALENTIA Io uccido per te, tu uccidi per me. Tra i primi a raccontare i particolari dell’omicidio di Mario Franzoni – ucciso il 21 agosto del 2002 con 6 colpi di calibro 9 che lo avevano raggiunto mentre, con l’auto, era fermo a un incrocio nella frazione Porto Salvo di Vibo Valentia – è stato il collaboratore di giustizia di Lamezia Terme, Giuseppe Giampà, ex reggente dell’omonima cosca. La cosca lametina era stata convocata per vendicare un grave affronto che Mario Franzoni aveva commesso nei confronti dei figli dell’imprenditore edile Franco Barba. Li aveva picchiati – racconta un altro collaboratore, Andrea Mantella –, gli aveva puntato una pistola contro e con la stessa li aveva colpiti in faccia. Per questo motivo Barba aveva incaricato, per conto della cosca Lo Bianco, Mantella e il suo sodale Francesco Scrugli (ucciso nel 2012) di fare fuori Franzoni. Mantella contatta i Giampà e in cambio, afferma Giuseppe Giampà, il gruppo criminale di Mantella avrebbe dovuto uccidere Pasquale Torcasio detto “Carrà” e Francesco Zagami, esponenti della cosca avversa dei Torcasio. Sempre secondo Giampà i programmi omicidiari sarebbero poi saltati a causa di una perquisizione nei confronti di Domenico e Vincenzo Giampà che aveva fatto rinvenire le armi destinate ai delitti. Francesco Zagami, per inciso, verrà assassinato nel 2005 in seguito a un agguato ordito sempre all’interno della cosca Giampà.
Un altro pentito, Raffaele Moscato, riferisce invece di aver saputo che l’agguato andava a scontare altri omicidi che Scrugli aveva commesso per conto dei Giampà. In ogni caso, uno scambio favori alla base del sangue versato. «Scrugli – racconta Moscato – aveva sulla coscienza una quindicina venti di omicidi, ma mai quanto quelli che ha sulla coscienza Andrea Mantella; Scrugli in proposito mi disse che Mantella era irraggiungibile».

TI MANDO DUE RAGAZZI È a Pasquale Giampà che si rivolge Francesco Scrugli per “subappaltare” l’omicidio. In quel periodo Mantella era sorvegliato speciale e non poteva rivolgersi direttamente alla cosca lametina. «Io ho dato l’incarico a Domenico Giampà e a Vincenzo Giampà di effettuare l’omicidio», racconta lo stesso Pasquale Giampà, collaboratore di giustizia che ha saltato il fosso ad aprile 2016. 
Il 21 agosto 2002 Mario Franzoni si trovava in Calabria per le ferie, avendo ritardato la propria partenza verso la Brianza, dove si era trasferito con la famiglia. Sua moglie era già partita ma lui era rimasto e quel giorno era uscito con la macchina del fratello. Con sei colpi in corpo, tutti sul lato sinistro, morirà all’interno della sua vettura. Ad affiancarlo uno scooter guidato da Vincenzo Giampà e a sparargli contro Domenico Giampà. Secondo quanto riferisce Giuseppe Giampà, alcuni precedenti tentativi di agguato non erano andati bene e in quell’occasione a guidare lo scooter era Domenico Chirumbolo, detto “u batteru”.
A operazione compiuta i due killer avvertono il boss Pasquale Giampà che l’operazione era andata a buon fine. 

L’INCONTRO AL 501 Per una frazione di secondo Andrea Mantella aveva tentato di dissuadere i suoi mandanti di eseguire l’omicidio di Franzoni. Davanti a Carmelo Lo Bianco e a Franco Barba che glielo chiedono, seduti a pranzo all’hotel 501, in un primo momento Andrea Mantella chiede: «Ma perché? È un ragazzo che era con me in carcere, è bravo, non si può aggiustare sta cosa?». Ma Franco Barba non vuole sentire ragioni: «No, no, no, dice, se vuoi ci fai sto favore, ti faccio nu bello regalu». Il regalo erano due villette, una per Mantella e l’altra per Scrugli. «Guarda – racconta Mantella riportando le parole di Barba –, se tu c’hai quella terra lì a Cervo, dice Franco Barba, se tu ci fai sto fatto qua, io ti prometto che ti faccio fare due villette, una ppé ttia e l’altra ppé Ciccio, però avimu mu ammazzamu a chistu».

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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