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Sanità, varato il decreto che taglia i fondi alle Rsa

CATANZARO Da un lato le assunzioni da troppo tempo promesse, dall’altro il concreto rischio di nuovi licenziamenti. Paradossi della sanità calabrese. Proprio nelle ore in cui si consuma la lotta a …

Pubblicato il: 14/07/2017 – 20:10
Sanità, varato il decreto che taglia i fondi alle Rsa

CATANZARO Da un lato le assunzioni da troppo tempo promesse, dall’altro il concreto rischio di nuovi licenziamenti. Paradossi della sanità calabrese. Proprio nelle ore in cui si consuma la lotta a suon di decreti (per ora solo annunciati) per le assunzioni di circa 500/600 nuovi medici e sanitari nelle Asp e negli ospedali, passa quasi sotto silenzio il nuovo decreto che ridetermina le tariffe regionali a favore delle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) della regione. Lo hanno firmato, stavolta in piena sintonia, i due commissari della Sanità calabrese, Massimo Scura e Andrea Urbani. Il provvedimento (è il 102) sostanzialmente modifica il dca (decreto del commissario ad acta) 15 del 2016 e ridetermina al ribasso le tariffe a favore delle strutture (introdotte in Italia a metà degli anni 90) che ospitano persone non autosufficienti e che non possono essere assistite in casa.
Il decreto del 2016 fissava la tariffa in 152,20 euro a persona per ogni giorno, quello appena varato da Scura e Urbani, invece, riduce la spesa del 13% circa (20 euro per degente), rimodulando la cifra in 132,02 euro al giorno. Si tratta di un “taglio” che, moltiplicato per tutte le Rsa e per le centinaia e centinaia di pazienti calabresi, riduce la spesa annuale di diversi milioni di euro. Con tutte le conseguenze del caso per le strutture accreditate che adesso, con la stretta ai cordoni della borsa operata dai commissari, rischiano di dover affrontare nuove difficoltà economiche: oltre a ridurre i servizi per i pazienti, la rimodulazione potrebbe provocare esuberi tra il personale dipendente. Le tariffe ridefinite, infatti, come precisato nel decreto 102, «avranno validità con decorrenza immediata».
Nel documento i commissari specificano che «le tariffe devono essere definite in base ai costi standard di produzione e di quote standard di costi generali calcolati su un campione rappresentativo di strutture accreditate». Scura e Urbani hanno inoltre tenuto conto di un valore pari al 5% quale percentuale degli utili d’impresa per le strutture e sottolineato che «la Calabria è tra le poche regioni italiane che hanno impiegato strumenti analitici di rilevazione dei costi di produzione per il calcolo delle tariffe (e che quasi nessuna regione ha indicato il metodo di calcolo della tariffa giornaliera) riferendosi non a strutture con “dimensioni ottimali” ( comprese tra 60 e 120 posti Ietto), ma a strutture più vicine alla sua realtà territoriale, dorate di un numero mediamente più basso di posti letto (20), con conseguente minore efficienza e maggiori costi di gestione».

LA GUERRA DEI DECRETI Il nuovo caso delle Rsa irrompe nella polemica sempre più tesa tra il commissario Scura e la Regione del governatore Mario Oliverio. Proprio ieri, il governatore ha dato mandato al dg del dipartimento Salute, Riccardo Fatarella, di procedere con l’autorizzazione alle Aziende sanitarie per le assunzioni di personale se entro la mezzanotte del 15 luglio «non si dovesse formalizzare il dca da parte della struttura commissariale». Dal canto suo, Scura ha assicurato che tre nuovi decreti saranno inviati al più presto al dipartimento e al sub-commissario per la firma e al ministero per la convocazione del tavolo di controllo.
Il caos era nato dopo l’approvazione dell’ormai famigerato decreto 50, varato dal solo commissario senza la controfirma del vice Urbani, che aveva spiegato la sua scelta facendo riferimento al presunto mancato rispetto delle indicazioni ministeriali da parte di Scura. 

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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