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Caso Asp, i fondi Ue per la trasferta in Spagna (con famiglia) – NOMI

CATANZARO Due dirigenti dell’Asp di Catanzaro arrestati e sospesi dal servizio per un anno; altri sette tra dirigenti e funzionari indagati, a vario titolo, per concorso in peculato aggravato e fav…

Pubblicato il: 17/07/2017 – 9:53
Caso Asp, i fondi Ue per la trasferta in Spagna (con famiglia) – NOMI

CATANZARO Due dirigenti dell’Asp di Catanzaro arrestati e sospesi dal servizio per un anno; altri sette tra dirigenti e funzionari indagati, a vario titolo, per concorso in peculato aggravato e favoreggiamento personale; oltre 300mila euro di beni sequestrati. È il bilancio dell’operazione condotta lunedì mattina dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro che hanno eseguito, nel Catanzarese e nel Crotonese, misure cautelari personali e reali nei confronti di 12 dipendenti pubblici che prestano servizio nell’Asp del capoluogo. 
Il provvedimento è stato emesso dal gip Barbara Saccà su richiesta del sostituto procuratore Fabiana Rapino, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri e del procuratore capo Nicola Gratteri. 

FONDI UE SPERPERATI In particolare, le complesse e articolate attività investigative portate a termine dalle Fiamme gialle «hanno consentito di accertare – si legge in una nota – l’indebita appropriazione nonché la distrazione di fondi, di matrice comunitaria, concessi alla locale Asp per la partecipazione al progetto denominato “StopAndGo”, acronimo di “Sustainable technology for older people – get organised”, che ha coinvolto diversi partner europei». L’obiettivo di questo progetto, co-finanziato dalla Commissione europea nel 2013 per oltre 760mila euro, è quello di definire un modello europeo di riferimento di bando di gara per migliorare il sistema di forniture pubbliche di beni e servizi socio-sanitari a beneficio della popolazione anziana, anche mediante approvvigionamento di servizi potenziati dalla telemedicina e dalla domotica, vale a dire la possibilità di rendere disponibili sistemi domiciliari più tecnologici di sostegno sanitario e salvavita. In realtà però, a dispetto di tali obiettivi, sarebbe stata svolta solo un’attività minimale concretizzatasi esclusivamente in una consultazione di mercato ai fini esplorativi. Le indagini svolte dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria – Gruppo tutela spesa pubblica, hanno infatti rivelato che i pubblici ufficiali indagati, coinvolti a vario titolo nell’attuazione dell’iniziativa, una volta ottenuta l’anticipazione finanziaria dall’Ue, per un ammontare di oltre 300mila euro, anziché perseguire gli obiettivi prefissati avrebbero «sperperato le citate provvidenze». Più nello specifico, i presunti responsabili secondo la Guardia di finanza si sarebbero «indebitamente appropriati, nel corso di due anni (2014-2016), di oltre 166mila euro, attraverso l’elargizione, a se stessi, di cospicui emolumenti per il fittizio apporto lavorativo fornito da ciascuno». 
In particolare, Giuseppe Romano, di 54 anni, destinatario di ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, responsabile unico nonché referente del progetto per l’Asp catanzarese, avrebbe reiteratamente richiesto, ed ottenuto, per sé e per altri dieci indagati, la liquidazione di ingenti indennità “fuori busta paga”, illecitamente spesate con denaro proveniente dai citati fondi europei, predisponendo la documentazione connessa a tali erogazioni illecite con il concorso di Ieso Rocca, 49 anni, anche lui posto ai domiciliari. Lo stesso dirigente, peraltro, si sarebbe appropriato di ulteriori 13mila euro circa a titolo di rimborsi spese per svariate trasferte, sia in Italia che all’estero, mediante la predisposizione di specifici giustificativi di spesa falsi o alterati nel loro contenuto.

LA TRASFERTA IN SPAGNA «Esemplificativo delle condotte delittuose perfezionate – scrive la Procura – è il caso di una trasferta in Spagna, effettuata dallo stesso dirigente responsabile, allorquando, nel portare al seguito il proprio nucleo familiare, ha addebitato i relativi costi a carico del finanziamento progettuale». Lo stesso Romano inoltre, con il concorso del 60enne Francesco Francavilla, interdetto dai pubblici uffici, avrebbe distratto ulteriori 122mila euro circa per stipulare un protocollo operativo nei confronti di un altro partner nazionale del progetto StopAndGo, già destinatario, per la stessa funzione, di specifici stanziamenti. La concretizzazione delle condotte ritenute illecite sarebbe stata resa possibile grazie anche al favoreggiamento posto in essere da Giuseppe Pugliese, di 49 anni, dirigente amministrativo dell’Azienda sanitaria colpito da interdizione dai pubblici uffici, il quale, da un lato, si sarebbe «speso affinché la dirigenza aziendale non denunciasse la vicenda all’autorità giudiziaria», e dall’altro avrebbe «fornito indicazioni ai responsabili sulle modalità di predisposizione della documentazione giustificativa idonea a eludere i controlli».

I NOMI I provvedimenti cautelari eseguiti si sono quindi sostanziati in 2 arresti domiciliari nei confronti di Romano e Rocca, 7 misure interdittive (sospensione immediata dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio per la durata di un anno) nei confronti di Francavilla, nonché di Maurizio Rocca (59 anni), Silvia Lanatà (49), Giuseppe Fazio (62), Dario Marino (39), Francesco Grillone (58), e di Giuseppe Pugliese. Altri tre avvisi di garanzia sono stati notificati nei confronti di altri dipendenti dell’Asp, mentre il sequestro preventivo per equivalente effettuato nei confronti degli indagati ammonta ad oltre 300mila euro, tra disponibilità finanziarie e cespiti immobiliari riconducibili agli indagati, individuati grazie agli accertamenti economico-patrimoniali svolti dai finanzieri.