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Reggio, sequestro da 210mila euro alla cosca Lo Giudice

REGGIO CALABRIA La Polizia di Stato, ad esito di una articolata attività investigativa di natura patrimoniale coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, ha dato esecuzione a un provvedimento di seque…

Pubblicato il: 19/07/2017 – 12:05
Reggio, sequestro da 210mila euro alla cosca Lo Giudice

REGGIO CALABRIA La Polizia di Stato, ad esito di una articolata attività investigativa di natura patrimoniale coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, ha dato esecuzione a un provvedimento di sequestro, emesso dal locale Tribunale-Sezione Misure di Prevenzione, che ha interessato beni riconducibili a Luciano Lo Giudice, sorvegliato speciale di P.S. ritenuto esponente dell’omonima cosca di ‘ndrangheta.
Il provvedimento scaturisce da tre proposte di sequestro, presentate dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Reggio tra il 2010 e il 2011, che hanno consentito di giungere – nel luglio 2012 – alla confisca di aziende, beni mobili e immobili per un valore di oltre 3 milioni di euro.
Il procedimento trae origine dalle risultanze investigative confluite nelle ordinanze di custodia cautelare emesse a carico di Lo Giudice tra il 2009 e il 2010 con le accuse di intestazione fittizia di beni, usura, esercizio abusivo del credito, estorsione continuata e associazione per delinquere di stampo mafioso.
«Le risultanze giudiziarie – si legge in una nota della Procura reggina – hanno evidenziato che Luciano Lo Giudice, in concorso con il fratello Antonino, forniva un costante contributo alla vita dell’omonima cosca di ‘ndrangheta operante in Reggio Calabria e nelle zone limitrofe, reperendo somme di denaro e gestendo attività commerciali (anche fittiziamente intestate a compiacenti prestanome) nell’interesse della cosca, pianificando delitti-fine, contro l’incolumità personale e contro il patrimonio, con l’uso delle armi».
Nei confronti di Luciano Lo Giudice il gip di Catanzaro aveva emesso un decreto di giudizio immediato per gli attentati commessi nel 2010 ai danni degli Uffici della Procura generale, del procuratore generale presso la Corte d’Appello e del procuratore distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.
Il sequestro di oggi rappresenta quindi per la Procura «una conferma della bontà delle indagini patrimoniali che hanno evidenziato un “nodo” inestricabile tra usura, attività imprenditoriali ed intestazione fittizia di beni: il prestito usuraio costituiva l’occasione per l’accaparramento ed il dominio di attività economiche che a loro volta, rappresentavano sia il volano per incrementare l’attività illecita dell’usura che lo strumento per il controllo mafioso del mercato economico della città; l’intestazione fittizia costituiva il rimedio contro possibili rischi di ablazione del patrimonio così illecitamente accumulato». Secondo gli inqiurenti così Lo Giudice era riuscito ad accumulare un ingente capitale, ritenuto sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.
Il Tribunale ha quindi disposto il sequestro di 21 assegni circolari dell’importo di 10mila euro ciascuno, per un totale di 210mila euro, tratti sui conti correnti intestati alle imprese “Peccati di gola di Mogavero Vincenza” e “Peccati di gola di Lo Giudice Luciano”, già definitivamente confiscate.

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