REGGIO CALABRIA Arriva una conferma anche in abbreviato per l’inchiesta “Reggioland”, che ha svelato esistenza e attività di una casa di piacere clandestina nel cuore di Reggio Calabria. A dieci giorni dalla sentenza del processo con rito ordinario, ieri il gup Antonio Laganà ha condannato i coniugi reggini Francesco Alati (5 anni, 4mila euro di mula e interdizione perpetua dai pubblici uffici) e Gregoria Liberata Logoteta (3 anni e 8 mesi, 2500 euro di multa e interdizione per 5 anni); Marco Toscano, 25 anni (3 anni e 2 mesi, 1.300 euro di multa e interdizione per 5 anni); Francesco Armandini, 57 anni (3 anni di reclusione, 1000 euro di multa e 5 anni di interdizione); Paolo Lombardo, 64 anni, (3 anni di reclusione, 1000 euro di multa e 5 anni di interdizione); Francesco Massimo Collosi Barbarello, 45 anni, (1 anno e 4 mesi di reclusione e 300 euro di multa).
Tutti quanti per i giudici sono a vario titolo coinvolti nelle attività del club Reggioland, formalmente un’associazione culturale, in realtà un club a luci rosse dove ragazze – anche giovanissime – venivano indotte a prostituirsi. Ma le “attività” gestite dall’associazione non si limitavano alla sede del club, trasformato in tutto e per tutto in una casa di tolleranza. Su richiesta, i responsabili di “Reggioland” organizzavano anche serate “a domicilio”, addii al celibato, feste di laurea, compleanni “hard”, strip tease. Almeno fin quando i carabinieri non hanno deciso di approfondire sulle attività della misteriosa associazione formalmente dedita a non meglio precisate attività culturali.
a. c.
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