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«Conosco La Rupa e so di cos'è capace»

AMANTEA «Un grave stato di soggezione e di timore tale da limitare, per paura, finanche la propria libertà di azione pur di evitare ritorsioni». Non ha dubbi il gip del Tribunale di Paola, Rosamari…

Pubblicato il: 21/07/2017 – 11:08
«Conosco La Rupa e so di cos'è capace»

AMANTEA «Un grave stato di soggezione e di timore tale da limitare, per paura, finanche la propria libertà di azione pur di evitare ritorsioni». Non ha dubbi il gip del Tribunale di Paola, Rosamaria Mesiti, che ha firmato la richiesta di misura cautelare avanzata dalla Procura per l’ex consigliere regionale ed ex sindaco di Amantea, Franco La Rupa, e per il consigliere comunale Marcello Socievole, accusati di voto di scambio. I due – secondo l’inchiesta coordinata dal procuratore capo Pierpaolo Bruni e dal sostituto Anna Chiara Fasano – avrebbero minacciato un giovane affinché la sua fidanzata e i suoi suoceri votassero per Socievole, altrimenti alla ragazza non sarebbe stato rinnovato il contratto di lavoro in una scuola materna gestita dal Comune e affidata a una cooperativa. I due sono accusati anche di estorsione e (solo Socievole) tentata violenza privata.
Per gli inquirenti «il grave stato di soggezione» esercitato dagli indagati è «la chiave di lettura» della vicenda. Che trova conferma nelle parole del fidanzato della ragazza che afferma chiaramente di sentirsi minacciato da La Rupa («mi sono sentito minacciato perché conosco bene Franco La Rupa e so cosa è capace di fare»). Dalle conversazioni finite tra le mani dei carabinieri di Amantea (coordinati dal maggiore Michele Borrelli) emerge con certezza come se la famiglia della ragazza non avesse votato per Socievole e quindi per la coalizione sostenuta da La Rupa (che faceva capo al sindaco eletto Pizzino) ci sarebbe stata «la perdita sicura del posto di lavoro» la cui «prosecuzione solo l’elezione di Socievole e della sua lista avrebbe potuto garantire».
La Rupa incontra il fidanzato della ragazza e gli spiega più volte che è necessario che la sua famiglia voti per loro. Ma prima sonda il terreno. Il giovane dice chiaramente che lui personalmente vuole stare fuori dalla competizione elettorale. Il ragazzo ribadisce: «Io non mi sono schierato, non mi interessa». E l’ex consigliere regionale aggiunge: «Sennò fai la fine del sindaco di San Pietro…hai visto quel ciotarello del sindaco di San Pietro che fine che ha fatto?…Una mala fine … ma gli facciamo fare una mala fine… puoi stare sicuro». E La Rupa è diretto: «Stai a sentire a tuo fratello… Io sono venuto qua per te…. Che a me che me ne fotteva… neanche sono candidato. Siccome sono il referente della Lista Azzurra e tu lo sai che io non mi nascondo». A La Rupa avrebbero detto che la ragazza non avrebbe votato per loro ed è per questo che sono preoccupati: «Noi a questa gli abbiamo fatto un contratto che scade il 30 luglio siccome ci risulta che sta facendo un piacere… non venire poi il 30… perché tu lo sai come mai lì non c’è storia e soluzione. Le elezioni sono già state decretate non da mò, da parecchio».
La Rupa insiste con il ragazzo affinché la famiglia della sua fidanzata non li «tradisca» e anche i cugini della giovane. L’ex consigliere regionale ribadisce a parole sue quanto sia importante quel voto per non perdere il posto di lavoro: «Mi scoccia poi doverla difendere perché è un peccato… ha un posto di lavoro… Vi dovete sposare».
L’ex sindaco di Amantea “spiega” al giovane che le elezioni sono già vinte ed è per questo che se la ragazza non li dovesse votare rimane sicuramente senza lavoro: «Questi perdono per duemila voti e stanne sicuro al 100%… niente da domani avanti mi metto in ferie e faccio a modo mio come la so fare…Duemila voti di differenza ci toccano…almeno duemila…allora siccome questa sera andiamo là che facciamo la riunione per organizzare tutto… che parlano di questo, quello… quando ho sentito il tuo nome ho detto: aspettate un attimo che questo è un amico mio».
La Rupa gli dice che la sua fidanzata rischia di «rimetterci le penne» e chiarisce la sua caratura politica: «Io sono a un livello alto non a livello di ciotarielli. Però in un momento politico come adesso…dove lo sai lei il trenta deve avere rinnovato il contratto…non mi mettere a me storie dentro casa che poi mi devo andare a litigare con i miei per difenderla sennò la mandano a casa». E dice al ragazzo come convincere la sua fidanzata: «Tu vai da lei e le spieghi: è venuto Franco La Rupa di persona, si è preso l’impegno lui per farti il rinnovo e compagnia bella…questi vincono… che cacchio dobbiamo fare…un voto solo vedi chi glielo vuole dare… magari tuo cognato. Mentre gli altri tre li date a Marcello (Socievole, ndr) perché Marcello ti deve confermare per l’anno di servizio… che quelli che contano sono questi sono…gli amici…».
Gli inquirenti ascoltano più volte il ragazzo. Che ribadisce di «conoscere da tempo La Rupa e di essersi anche rivolto a lui, tempo addietro, perché in cerca di un’occupazione lavorativa. Circostanza, quest’ultima – scrive il gip – di certo non secondaria nella valutazione del modus operandi degli indagati che evidentemente hanno mirato ad approfittare delle notorie difficoltà lavorative ed economiche dei due giovani fidanzati, tanto da avvicinarli e minacciarli proprio facendo leva su tali difficoltà e sulla necessità di una stabilizzazione occupazionale, in vista di un futuro coniugale e familiare». Il giovane ribadisce più volte ai carabinieri «di temere in particolare la persona di Franco La Rupa, soggetto notoriamente dotato di personalità aggressiva e arrogante tanto da ritenerlo “capace di qualsiasi ritorsione nei suoi riguardi”».

mi. mo.

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