REGGIO CALABRIA «La lista delle conclamate bugie e l’elenco dei convinti bugiardi si estende». A ventiquattro ore dall’estromissione a mezzo stampa dalla Giunta Falcomatà, l’ormai ex assessore comunale reggina Angela Marcianò promette battaglia e annuncia una nota stampa di replica. Tempo di raccogliere le idee, di superare disturbi e malesseri arrivati con la fase finale della sua gravidanza e racconterà alla città – promette – la sua versione sull’improvviso licenziamento.
PROMESSE DA SINDACO Ma sulla vicenda anche dal sindaco Falcomatà non è stato possibile avere lumi ulteriori. «Domani ne saprete di più», aveva promesso sabato. Ma chi si aspettava pubbliche spiegazioni sulla mossa che di fatto sconfessa la decisione che lo stesso primo cittadino ha preso solo qualche mese fa, è destinato a rimanere deluso. Falcomatà ha deciso di fornire la propria (tautologica) versione solo ad unico interlocutore. Ed evitando con cura e attenzione di toccare i punti critici.
DOMANDE INEVASE Come mai, a pochi mesi dal rimpasto di Giunta che ha visto Marcianò fra i pochi riconfermati, il sindaco ha improvvisamente realizzato il venir meno del rapporto fiduciario con il suo assessore? E come mai la decisione di estrometterla arriva a poche settimane dalla grande esclusione di Falcomatà dalla segreteria, con conseguente gran delusione per il primo cittadino? E ancora, quanto peso hanno avuto in questa improvvisa sterzata i nuovi equilibri del Pd locale, palesati dalle nomine dei nuovi assessori? E i patti per il Sud? Chi si occuperà della delicatissima gestione della cascata di milioni che sta per inondare Reggio? Non è dato sapere.
«È TUTTA COLPA SUA» Su questo Falcomatà non si esprime. Si limita ad addossare a Marcianò la colpa dei pregiudicati rapporti in Giunta, risfoderando la carta di assenze e inadempienze. Non risponde neanche alle durissime critiche con cui moltissimi cittadini hanno bombardato i suoi profili Facebook. O alle richieste di dimissioni. Anzi, sembra proprio non porsi il problema.
LA CITTÀ DEI BALOCCHI Si spende persino in ringraziamenti a Lorenzo Guerini e alla segreteria nazionale, in cui confida di trovare attenti ascoltatori proprio grazie a Marcianò. Ma il rasserenante quadro fornito da Falcomatà non convince. E non solo per il chiaro avvertimento che Guerini, al netto della diplomazia del caso e dei toni felpati, gli ha inviato dicendo che il sindaco «ha la responsabilità delle decisioni che assume».
LO SCHIAFFO ROMANO Per Falcomatà, i segnali più chiari (e preoccupanti) arrivano da Roma, dove fra le stanze di partito matura la risposta allo “sgarbo” del sindaco. Proprio ieri Renzi ha ufficializzato la composizione dei dipartimenti tematici che lavoreranno gomito a gomito con la segreteria. A Falcomatà era stata promessa la presidenza di quello sul Mezzogiorno, probabilmente anche per compensare l’estromissione dalla squadra di lavoro di Renzi. Ma dopo la rottura unilaterale della mediazione in corso per “il caso Marcianò” il suo nome non c’è. Ma Reggio e la Calabria rimangono silenti. Almeno ufficialmente. Dietro le quinte però qualcosa inizia a muoversi.
LE SILENZIOSE REAZIONI CALABRESI C’è chi ci tiene a rendere noti “malumori”, chi minaccia che «adesso tutto è possibile», chi arriva persino a prospettare un’oscura manovra della Marcianò pur di avere un incarico governativo, magari al posto dell’uscente ministro Costa. «Meri tentativi di delegittimazione», si dice chiaramente in ambienti romani. Ma, di certo, la reazione veemente di un’area – almeno sulla carta – distante dal sindaco Falcomatà qualche elemento lo fornisce. Rimasto solo e spalle al muro, il giovane primo cittadino potrebbe cercare appoggi fra chi lo ha – almeno ufficialmente – sempre avversato?
NODI Al riguardo, qualche segnale sulle possibili corrispondenze di amorosi sensi era arrivato dalle new entry in Giunta. Ma in realtà – si mormora fra i dem – la convergenza potrebbe essere stata trovata su un’altra e molto più prosaica questione. È indubbio – mormora più di uno – che l’operato rigoroso della Marcianò abbia rotto equilibri proprio nei quartieri in cui molti hanno il proprio zoccolo duro di preferenze. E con lei al comando in assessorato, lo sciame sismico – si ipotizza – avrebbe finito per interessare anche il delicatissimo settore delle opere del Patto per il Sud. In ballo ci sono appalti per milioni e lavori destinati a durare anni. Cantieri, ricorda la storia di Reggio, che fanno gola. «C’è anche questo nella decisione di estrometterla?», ci si chiede in città. Ma nessuno risponde.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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