COSENZA “Potete respingere, non riportare indietro. Noi siamo solo andata”, scrive Erri De Luca in una Italia massimamente preoccupata dell’arrivo dei disperati. E mentre si pensa ad alzare muri, c’è anche chi invece si attrezza per accogliere, fornendo competenze, saperi, ben maneggiando la complessità delle regole che governano l’accoglienza dei richiedenti asilo. Per questo è giunto a termine il secondo corso per la formazione di figure professionali pronte ad assistere chi fuggendo giunge a casa nostra. Un corso che si è tenuto presso l’università della Calabria, organizzato e tenuto da Donatella Loprieno, giurista, professoressa di Istituzioni di diritto pubblico e di diritto dei migranti e da Nicola Fiorita, professore presso il dipartimento di Scienze Politiche, con il patrocinio dell’Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione) e della rete Sprar. Sono stati 22 i corsiti impegnati in questo percorso, che ha visto l’esame finale ad Acquaformosa, paese che tra i primissimi ha scelto la via dell’accoglienza e dell’integrazione, quasi in maniera pioneristica e che oggi è ancora tra le realtà maggiormente significative per quanto riguarda l’integrazione tra culture diverse e lontane. «Molti dei partecipanti sono già impegnati in vario modo sul fronte dell’accoglienza – spiega Donatella Loprieno – altri invece si sono avvicinati a questo difficile compito in occasione del corso». In entrambi i casi si è trattato di acquisire o approfondire competenze specifiche, necessarie per accompagnare i richiedenti asilo davanti alla Commissione incaricata di vagliare le domande per il riconoscimento della protezione internazionale. Un percorso che quasi mai il migrante è in grado di affrontare da solo, non solo per via della diversità della lingua, ma anche per la complessità delle norme che regolamentano le procedure. Inoltre queste persone arrivano da noi con quasi nulla, e gli operatori della protezione internazionale devono con loro ricostruire brandelli di storia, sempre tragica eppure indispensabile per poter restare. I corsisti che hanno sostenuto brillantemente l’esame finale ad Acquaformosa provengono da esperienze differenti Molti hanno alle spalle studi giuridici, oppure esperienze come mediatori culturali, altri vengono invece dal corso di laurea in Servizio sociale. In qualche maniera percorsi che conducono naturalmente verso la specializzazione del corso appena concluso, a condizione di essere animati da generosità umana e sensibilità verso gli altri. Curiosamente il corso per la formazione di Operatori legali della protezione internazionale si concludeva mentre nella provincia di Cosenza si animava la protesta contro il possibile insediamento di un gruppo di migranti nel villaggio silano di Silvana Mansio. «Un colpo mortale al turismo» hanno gridato prevedibilmente in coro media, amministrazioni e proprietari di case, sparando contro il bersaglio sbagliato. Perché, come spiega ancora la professoressa Loprieno, se i comuni non aderiscono alla rete Sprar, possono essere scelti dalle prefetture per la dislocazione di migranti. Per questo scegliere di accogliere è la cosa migliore. Basta capirlo.
Michele Giacomantonio
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