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«A Reggio i lavori pubblici sono una maledizione»

Il Corriere della Calabria di Paolo Pollichieni, con riferimento all’estromissione dalla giunta comunale della pluri-vessata assessore Angela Marcianò, defenestrata dal primo cittadino, titola senz…

Pubblicato il: 25/07/2017 – 14:23
«A Reggio i lavori pubblici sono una maledizione»

Il Corriere della Calabria di Paolo Pollichieni, con riferimento all’estromissione dalla giunta comunale della pluri-vessata assessore Angela Marcianò, defenestrata dal primo cittadino, titola senza infingimenti: «Chi ha chiesto la testa di Marcianò? Falcomatà faccia i nomi». Ponendo urbi et orbi, per un verso a dir poco inquietanti interrogativi in ordine ai quali, i reggini (e non solo) – cittadini e non sudditi – pretendono adeguate, tempestive e convincenti delucidazioni; per altro, sintetizzando con impareggiabile maestria ed anche coraggio il melodramma ormai da tempo in scena a Palazzo San Giorgio fra gelide reticenze e perfide ipocrisie.
In questa torbida ottica, oppressa perpendicolarmente da pericolosissime trame speculative e affaristiche, causa prima della perenne turbolenza che grava sistematicamente sul delicatissimo settore dei lavori pubblici, si registrano ambigui afflati di ostentata vicinanza e fratellanza quali «l’ho difesa fin quando ho potuto…» (sic!), tant’è che per l’ex assessore Marcianò, con amici come Falcomatà, appare perfettamente inutile avere nemici! La vicenda, però, apparentemente volta a cambiare tutto per nulla cambiare, si inquadra inesorabilmente in una visione armonicamente funzionante con tutte le problematiche, palesi e occulte, che da sempre e sotto qualsiasi bandiera politica scandiscono in negativo questa delicatissima branca amministrativa. Non a caso, a riprova che gli interessi connessi siano apolidi e non conoscono frontiere o cromature politiche, sul terreno irto e sconnesso della revoca della delega, l’avvocatessa Marcianò è stata preceduta da Franco Germanò, assessore ai Lavori pubblici della giunta Scopelliti, che subì la stessa sorte (giugno 2004), dopo essere stato anch’egli vittima (dicembre 2002) di un vile attentato dinamitardo proprio quando stava lavorando alla riforma del sistema della manutenzione. Nel cui opaco contesto non è stato risparmiato neanche l’avvocato Carmelo Nucera (vittima di attentato dinamitardo all’autovettura), dirigente degli appalti che stava cooperando a un’autentica riformatio in melius dell’intoccabile settore manutentivo. E senza dimenticare l’ingegnere Pasquale Crucitti, dirigente tecnico, gambizzato qualche anno dopo.
Questa è la fosca cornice che contraddistingue i “lavori pubblici” al Comune di Reggio Calabria che continua a mietere vittime, e già oggetto di puntuale attenzione da parte del civico consesso che con delibera numero 12 del 27/06/2008 ha istituito una commissione di indagine presieduta dal Consigliere di minoranza Nuccio Barillà. La cui relazione finale, pur ritualmente acquisita a diversi livelli investigativi, compresa la Procura della Repubblica (prima dell’avvento del procuratore Cafiero de Raho a Reggio), è rimasta vox clamantis nonostante la stessa argomenti in termini irruenti e travolgenti come un fiume in piena di: «emergenze sospette», affidamenti diretti «nervo scoperto», affidamenti fra «discrezionalità e arbitrarietà», «colabrodo vigilanza», demolizioni «virtuali», pratiche «in fondo ai cassetti», «rimpallo di responsabilità», le pratiche «smarrite», «aggressione e tutela centro storico», collina di Pentimele, «interventi a dir poco sconcertanti», «manutenzione stradale fra inadempienze, approssimazioni e carenze controlli», «stato disastroso del manto bitumoso strade cittadine», ecc. . La politica, quindi, “una tantum” si è già attivata e, unitamente alla collettività, spera ora di registrare positivi e complessivi approdi anche da parte della Procura della Repubblica, sottolineando di avere doverosamente adito la giustizia penale prima ancora che intervenisse il conforme invito da parte del procuratore in carica. Alla cui attenzione non può sfuggire l’ineludibile esigenza di bonificare l’eterna palude nelle cui limacciose acque stagnano appetibili dipartimenti comunali. Dimenticavo: chi dice di non tacere e i distratti fiaccolatori, sul punto chiassosamente silenti, forse hanno chiuso per “ferie brevi”? 

*avvocato, ex consigliere regionale

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