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Consiglio, è tempo di trattative "balneari"

REGGIO CALABRIA Le trattative sono più balneari che mai, nel senso che i consiglieri si sentono già in vacanza e sembrano aver poca voglia di discutere del riassetto istituzionale della Regione. Il…

Pubblicato il: 25/07/2017 – 16:37
Consiglio, è tempo di trattative "balneari"

REGGIO CALABRIA Le trattative sono più balneari che mai, nel senso che i consiglieri si sentono già in vacanza e sembrano aver poca voglia di discutere del riassetto istituzionale della Regione. Il rimpasto della giunta? Oliverio non ne parla e gli inquilini di Palazzo Campanella sembrano darsene poco pensiero. Dopo tutto, è pur sempre il governatore a dover fare la prima mossa, cioè operare le eventuali sostituzioni e poi comunicarle. Altra storia è invece quella che riguarda la ricomposizione dell’Ufficio di presidenza del Consiglio: questa sì che è una loro prerogativa, anche se, al momento, le discussioni stanno a zero. E questo malgrado l’assemblea, tra 10 giorni al massimo, debba riunirsi per votare il nuovo presidente e i suoi vice, passaggio propedeutico al successivo rinnovo delle commissioni.
Nicola Irto, che certamente sarà riconfermato sulla poltrona più alta dell’Astronave, sembra intenzionato a seguire passo passo il cronoprogramma già stabilito nell’ultima Conferenza dei capigruppo: due sedute del Consiglio tra il 31 luglio e il 4 agosto; la prima dedicata al rinnovo della presidenza, la seconda alla questione migranti. «Il percorso è stato deciso all’unanimità e io intendo procedere così come stabilito», avrebbe detto Irto a chi gli ha chiesto lumi circa eventuali cambi di agenda. Già, perché la calma con la quale si sta affrontando la vicenda ha spinto più di un consigliere a ipotizzare un rinvio a settembre, subito dopo la pausa agostana. Uno scenario inverosimile ma favorito proprio dall’assenza di dialogo che in questa fase sta caratterizzando il centrosinistra. Dall’altra parte dello schieramento, invece, le trattative sembrano più serrate, ma Forza Italia non ha ancora sciolto l’unico (grosso) nodo presente, quello relativo alla vicepresidenza (Pino Gentile, in questa fase, sembra avere poche chance di riconferma): Mimmo Tallini o Wanda Ferro? Finora il lavoro dei pontieri azzurri non ha dato gli esiti sperati. Sia l’ex assessore, sia l’ex candidata presidente non paiono intenzionati a fare un passo indietro. È stasi, dunque. Ed è anche per via delle incertezze della minoranza che in queste ore prende corpo da più parti l’eventualità di uno slittamento a settembre, in modo da dare tempo a Fi di trovare la quadra e a Oliverio di dare il suo imprimatur sul nuovo assetto della presidenza. La fermezza di Irto, però, dovrebbe bastare a evitare lo scenario pre-autunnale. È più che probabile, quindi, che già nei prossimi giorni incontri e trattative entrino finalmente nel vivo.

LE CASELLE E non manca chi azzarda i possibili nuovi aggiustamenti che dovranno soprattutto tener conto dei desiderata dei consiglieri scontenti. Uno di questi è certamente Vincenzo Ciconte. L’ex candidato a sindaco di Catanzaro e assessore regionale dimissionario dopo lo scandalo Rimborsopoli non intende stare ancora alla finestra. Per lui il Pd potrebbe mettere a disposizione la presidenza di una commissione; forse quella Affari istituzionali, in questo momento occupata da Franco Sergio. Il consigliere di “Oliverio presidente” è infatti dato per favorito nella corsa alla poltrona di vicepresidente che sarà lasciata dal suo compagno di gruppo, Francesco D’Agostino, di recente raggiunto da un rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta “Alchemia” sulle cosche della Piana di Gioia Tauro. In questo modo, l’equilibrio di rappresentanza all’interno dell’Ufficio di presidenza sarebbe garantito, con un presidente del Pd (Irto), due vice di “Oliverio presidente” e Forza Italia, e due segretari-questori di “Democratici progressisti” (Giuseppe Neri) e “Casa della libertà (Giuseppe Graziano).
Ciconte accetterà la nuova collocazione? Difficile dirlo in anticipo. Quel che è certo è che l’incastro finale dipende anche dalle sue mosse. Tra gli scontenti ci sono altri due maggiorenti dem come Mimmo Battaglia e l’ex presidente del Consiglio (anche lui dimissionario dopo Rimborsopoli) Tonino Scalzo. Una poltrona per due: quella di Sinibaldo Esposito, in uscita dalla presidenza della commissione Riforme dopo lo strappo tra Ap e Pd in occasione delle ultime amministrative a Catanzaro e in seguito all’ultima presa di posizione di Alfano, che ha dichiarato definitivamente conclusa l’esperienza dei centristi con il partito di Renzi.
C’è però un altro scontento che, per sua stessa volontà, rimarrà a bocca asciutta: Carlo Guccione. L’ex assessore non ha chiesto niente e niente gli sarà accordato: continuerà a fare opposizione al governo Oliverio da lì, dal suo scranno di consigliere di maggioranza. 

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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