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Acque "putride" dai rubinetti di Paola, spunta l’ipotesi di corruzione

PAOLA Spunta l’ipotesi di reato di corruzione nell’inchiesta sulla potabilità delle acque della cittadina tirrenica. Nel fascicolo curato dal sostituto procuratore di Paola Teresa Valeria Grieco so…

Pubblicato il: 26/07/2017 – 19:01
Acque "putride" dai rubinetti di Paola, spunta l’ipotesi di corruzione

PAOLA Spunta l’ipotesi di reato di corruzione nell’inchiesta sulla potabilità delle acque della cittadina tirrenica. Nel fascicolo curato dal sostituto procuratore di Paola Teresa Valeria Grieco sono finiti l’ex sindaco della cittadina Basilio Ferrari, Antonio Vigliotti – all’epoca dei fatti dirigente dell’ufficio comunale al Lavori pubblici -, Marcello Forte, titolare della Lao Pool – società che gestiva il ciclo delle acque paolane – e Giosafat Vigliotti dipendente della stessa società nonché figlio del dirigente comunale. Ed è proprio su questo intreccio di parentela che la lente di ingrandimento degli inquirenti paolani si sarebbe accentrato. L’assunzione del giovane sarebbe appunto avvenuta dopo che la società che gestiva il ciclo delle acque di Paola avrebbe ottenuto il servizio. Un passaggio, stando alle indagine, che sarebbe avvenuto non con una gara di appalto – così come imponeva anche una delibera specifica della giunta comunale di Paola – ma con un’ordinanza. 
Una coincidenza anomala che ha destato l’attenzione degli inquirenti e che per questo contestano, ad alcuni degli indagati, il reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio oltre al concorso e soprattutto il commercio di sostanze alimentari contraffatte o adulterate. Un reato quest’ultimo che sarebbe emerso alla luce degli accertamenti avviati dagli uomini della Procura di Paola e che avrebbero dimostrato che per quattro giorni nelle abitazioni della cittadina sarebbe stata fornita acqua con un alto tasso di inquinamento da colibatteri senza che nessuno – in questo frangente – avesse impedito la distribuzione.
Eppure, stando alle analisi del laboratorio che stava monitorando le acque cittadine, ben 9 campioni su 16 dei prelievi effettuati a fine novembre del 2015 avrebbero presentato valori di contaminazione da coliformi totali superiore a 200 ml. Un allarme che però, stando alla ricostruzione degli inquirenti, non avrebbe portato il comune ad emettere tempestivamente un’apposita ordinanza. Così l’acqua “contaminata” sarebbe stata distribuita normalmente in tutta la città per gli utilizzi domestici. 
Ma l’indagine della Procura di Paola si sarebbe poi estesa sull’intera gestione del ciclo delle acque da parte della Lao Pools per un lasso di tempo più ampio e in particolare dal 2013 al 2015.
Una società poi estromessa dalla fornitura del servizio dall’esecutivo comunale di Paola dopo l’emissione nel marzo scorso di un’interdittiva antimafia del prefetto di Cosenza Tomao. Un’indagine dunque delicata che potrebbe riservare nuovi colpi di scena.

Roberto De Santo
r.desanto@corrierecal.it

 

 

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