REGGIO CALABRIA «La Corte Costituzionale, con sentenza n.170/2017, ha dichiarato l’illegittimità del cosiddetto ‘decreto trivelle’ del 2015 perché adottato senza intesa con le Regioni, ma la partita tra le Regioni che hanno fatto ricorso contro il Governo sul tema delle trivellazioni per la ricerca di idrocarburi, non è conclusa». A comunicarlo, in una nota inviata al presidente della giunta regionale Mario Oliverio, è Arturo Bova, presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria, componente della commissione regionale Ambiente e Territorio nonché animatore istituzionale del comitato per il “Sì” al referendum contro le trivelle dello scorso aprile 2016.
Nella nota recapitata al governatore, Bova sottolinea: “Occorre ora far annullare il decreto vigente del 2016 (pubblicato nel 2017), anch’esso adottato senza intesa con le Regioni, che ha sostituito completamente quello del 2015 oggi dichiarato illegittimo dalla Suprema Corte. L’annullamento del decreto potrebbe determinare il blocco delle attività petrolifere fino a quando i contenuti del decreto non siano concertati tra lo Stato e le Regioni. Il termine per proporre ricorso al Tar è già scaduto. Rimangono aperti, fino alla data del 01/08/2017, i termini per proporre ricorso gerarchico al Presidente della Repubblica. Auspico che la giunta voglia immediatamente deliberare sul punto, vista la ristrettezza del tempo che ci rimane. Non dimentichiamo che è una battaglia di civiltà che abbiamo il dovere di seguire fino in fondo. In gioco è l’equilibrio del nostro stupendo ecosistema marino e terrestre. Ma, soprattutto, si tratta di definire senza alcuna ambiguità, il tipo di sviluppo che intendiamo perseguire».
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