Ultimo aggiornamento alle 21:49
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

Vacanze con vista su Cosa Nostra

COSENZA Ai mafiosi non dispiacciono i villaggi turistici. E nelle carte dell’operazione della Dda di Reggio Calabria che ha svelato gli intenti stragisti della ‘ndrangheta ce ne sono almeno due che…

Pubblicato il: 28/07/2017 – 13:44
Vacanze con vista su Cosa Nostra

COSENZA Ai mafiosi non dispiacciono i villaggi turistici. E nelle carte dell’operazione della Dda di Reggio Calabria che ha svelato gli intenti stragisti della ‘ndrangheta ce ne sono almeno due che rivestono un’importanza centrale nel nuovo racconto di un pezzo di storia d’Italia. Il “Sayonara” di Nicotera ha ospitato il “summit dei summit” tra gli emissari dei corleonesi e il gotha della ‘ndrangheta. La comitiva di boss ospitati nel resort di riferimento della famiglia Mancuso di Limbadi doveva “solo” sciogliere le riserve sull’opportunità di muovere un attacco militare allo Stato. Altrove, qualche parallelo più a Sud, c’è un altro posto che potrebbe testimoniare del patto criminale tra Cosa Nostra e ‘ndrine. È il Villaggio Euromare, a Campofelice di Roccella, in provincia di Palermo: camere con vista sugli affari illeciti della mafia siciliana. 

«VI RACCONTO L’AMICIZIA CON GRAVIANO» Per i magistrati reggini in quel luogo «si aveva prova concreta e insuperabile della saldezza dei rapporti» tra le due organizzazioni criminali «e, in particolare, dei Graviano (i boss di Brancaccio, ndr) e di importanti settori della ‘ndrangheta calabrese in epoca antecedente e prossima alla stagione stragista».
Nicola Notargiacomo ne sa qualcosa. Ex uomo di punta delle cosche cosentine – diventato collaboratore di giustizia –, ha in serbo per gli inquirenti racconti importanti sulle sinergie mafiose. Racconti che si allargano ai rapporti tra pezzi di Cosa nostra e uomini legati alla destra eversiva. Storie che passano dal carcere e trovano un raccordo nel villaggio in provincia di Palermo. «Ho conosciuto Giuseppe Graviano nel 1988 quando mi recai a Palermo insieme a Stefano Bartolomeo e mio fratello Dario – esordisce Notargiacomo –. Avevo rapporti con i siciliani in quanto in carcere a Trani, nel 1985 io e Bartolomeo avevamo conosciuto Nino Marchese. Io all’epoca ero inserito nel gruppo Perna». Erano tempi difficili a Cosenza. Gli anni della guerra di mafia e dell’omicidio del direttore del carcere Sergio Cosmai. I Perna, contrapposti ai Pino-Sena, non erano riconosciuti dal “Crimine” di Polsi ma avevano rapporti con le cosche reggine. Con i palermitani iniziano i rapporti “commerciali”. «Iniziammo a scambiarci, armi, esplosivi, droga – dice il pentito –. Più precisamente noi vendevamo a Giuseppe Graviano e a tutta la famiglia di Brancaccio armi automatiche (Uzi, kalashnikov, ecc), acidi, loro vendevano a noi stupefacenti del tipo cocaina ed eroina, inoltre ebbero a regalarci del tritolo per un quantitativo di circa 25 kg». Gentili cadeau tra clan. Ma non finisce qui. 

GUERRA A COSENZA, RIPARO A PALERMO Perché la “guerra” cosentina ha le sue conseguenze. E, nel maggio 1989, un gruppetto della cosca Perna sfugge a un triplice tentato omicidio. È Stefano Bartolomeo ad avere la peggio: è gravemente ferito. Per scansare gli agguati e riprendersi dai colpi subiti, Notargiacomo e i suoi si rifugiano in Sicilia. Scelgono l’Euromare «in quanto Giuseppe Graviano ci aveva detto che aveva dei medici che potevano curare Stefano Bartolomeo. E in effetti così fu». Non ci sono soltanto medici al villaggio, ma settori di Cosa Nostra con i quali i cosentini stringono amicizia. «Abbiamo avuto – spiega Notargiacomo ai magistrati – rapporti diretti e frequenti con Giuseppe Graviano (che io sapevo essere il vero titolare del villaggio), Cristofaro Cannella, Tullio Cannella, Marcello e Vittorio Tutino, Cesare Lupo, vero factotum dei Graviano, ed altri ancora. Ricordo anche uno che faceva da supporto continuo a Leoluca Bagarella (…). Sì, lui, Toni Calvaruso. Andai con lui in barca all’isola delle Femmine».
Le vacanze dei cosentini durano a lungo: fino all’ottobre del 1989. Poi, per questioni sentimentali, i rapporti tra i due gruppi si incrinano. C’è di mezzo la relazione di Notargiacomo con la cugina di uno dei siciliani. Ma forse conta di più il pagamento incompleto di una fornitura di cocaina. Finisce così un’amicizia che aveva portato anche Graviano a Cosenza, «con sua moglie, sua cognata e con Marcello Tutino, nell’estate 1988. Andammo insieme a Camigliatello – rivela il pentito – per fare una gita». 

MAFIA E DESTRA EVERSIVA Notargiacomo – e questo è uno dei passaggi più interessanti per gli inquirenti – ricorda che a Graviano non mancavano i contatti con la ‘ndrangheta: «Una volta mi chiese se, per le nostre esigenze a Cosenza, avessimo avuto bisogno di killer. In caso positivo, aggiunge, poteva farmi entrare in contatto con i Facchineri di Cittanova che, disse, erano suoi amici». Gli agganci del boss arrivavano «ovunque». «Era molto legato – sostiene il pentito cosentino – a Mario Di Curzio, detenuto nel periodo 1985-1988 nel carcere di Ascoli Piceno, noto estremista di destra ergastolano e killer delle carceri». Uno la cui conoscenza può essere utile per gli affiliati che devono scontare pene più o meno lunghe. Fu Stefano Bartolomeo a beneficiarne negli anni trascorsi proprio ad Ascoli Piceno. Nella rete delle amicizie di Notargiacomo entra – per via della comune detenzione nel carcere di Trani – anche Leoluca Bagarella, altro esponente di spicco dei Corleonesi. Fu lui a spiegare che per il suo gruppo «quelli dell’estrema destra erano come “fratelli” mentre, sosteneva, i brigatisti se avessero potuto li avrebbero uccisi tutti (a loro di Cosa Nostra). Immagino – prosegue il racconto – che ci fossero anche rapporti operativi fra Cosa Nostra ed estremisti di destra ma non me ne parlarono o, se lo fecero, non ricordo più, atteso il tempo trascorso».

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x