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Sanità, Urbani si è dimesso

ROMA La misura è colma. E Andrea Urbani, dopo averlo annunciato, lo ha fatto: ha consegnato le proprie dimissioni nelle mani del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. E Lorenzin non ha potuto c…

Pubblicato il: 02/08/2017 – 10:41
Sanità, Urbani si è dimesso

ROMA La misura è colma. E Andrea Urbani, dopo averlo annunciato, lo ha fatto: ha consegnato le proprie dimissioni nelle mani del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. E Lorenzin non ha potuto che prendere atto che la situazione, ai vertici della struttura commissariale che governa la sanità calabrese, è diventata ingestibile. Urbani aveva deciso di rimanere al fianco di Scura anche dopo la nomina a direttore generale della Programmazione del ministero. Ma, da quel momento in poi, tra i due burocrati nominati dal governo sono iniziati screzi (burocratici) e sono emerse divergenze insanabili. Urbani lo ha ribadito anche oggi al ministro: Scura si intestardisce nel presentare documenti (i famigerati decreti che dovrebbero sbloccare le assunzioni di medici e infermieri) che non posso firmare perché ritengo illegittimi, dunque la mia permanenza nella struttura è diventata inutile. Lo scontro va avanti da mesi, e ormai le posizioni sono diventate inconciliabili. Il commissario insiste con la propria versione dei decreti. Versione mai firmata da Urbani – che la considera non in linea con le prescrizioni del Tavolo Adduce – e bocciata dai tecnici dei ministeri dell’Economia e della Salute. L’ormai ex subcommissario e il dipartimento regionale Tutela della Salute hanno cercato una “terza via”: un altro documento che potrebbe superare le obiezioni tecniche e far partire finalmente la nuova infornata di professionisti che potrebbe dare un po’ di ossigeno a ospedali e strutture territoriali. Ma Scura non ci sente. E tutto resta bloccato. L’addio ufficiale di Urbani apre la strada a una (eventuale) rivisitazione complessiva della struttura commissariale. Scura, che dai Tavoli controllanti aveva già ricevuto un “avviso di sfratto” qualche settimana fa, rischia la poltrona. E un bel pezzo di politica calabrese spera di prenderne il posto.  

SCURA: «URBANI MANCA DALLA CALABRIA DA 5 MESI» «Ho ricevuto, per conoscenza, la nota delle dimissioni irrevocabili del sub commissario Urbani. Leggo da alcune affermazioni di stampa che la motivazione che avrebbe indotto il sub commissario a dimettersi sarebbe (il condizionale e d’obbligo in quanto Ie affermazioni attribuite a Urbani non sono virgolettate) il dissenso con i miei decreti sulle assunzioni ritenuti illegittimi». Cosi Massimo Scura commissario al piano di rientro della Sanità commenta la decisione del subcommissario di rimettere il mandato. «Desidero ricordare innanzi tutto che – sostiene Scura – il dott. Urbani manca dalla Calabria da 5 mesi; che lo stesso dott. Urbani ha firmato il Dca 134/16 anch’esso sottoposto a verifica dai Ministeri e che l’affermazione che i decreti da me proposti sarebbero illegittimi, andrebbe almena supportata dalla enunciazione delle leggi che avrei violato. Altrimenti trattasi di svista macroscopica o, forse, di pura denigrazione nei miei confronti». «Quanto a mediazioni o improbabili terze vie cercate dal dipartimento tutela della salute – prosegue il commissario -, ricordo ai distratti che il dipartimento, oltre ai DCA 134/16 e 50117 ne ha proposti e/o firmati almena altri due. Della serie poche idee ma ben confuse». 
«Quanto agli ultimi decreti da me proposti – conclude Scura – , gli stessi sono ora all’esame dei Ministeri affiancanti». 

SANTELLI: «ENNESSIMA FARSA» «Prendiamo atto, a distanza di due mesi, dell’ennesimo atto di dimissioni del subcommissario Urbani». È il commento della coordinatrice regionale di Forza Italia, Jole Santelli al passo indietro del sub commissario. «Forse stavolta è la volta giusta – afferma Santelli -. In mezzo a questo teatrino si consumano giochi squallidi in danno dei calabresi e del loro bene più prezioso, la salute, che non viene in alcun modo tutelato. Non possiamo non evidenziare come lo stato attuale delle cose veda Regione e Governo, espressioni politiche dell’accordo tra Pd e Ap, protagoniste di un quadro poco edificante, fatto di liti, congiure, divisioni in nome esclusivamente del potere».

 

 

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