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L’utilità del federalismo differenziato tra Regioni

Condivido in linea generale la proposta di Forza Italia di esaltare il federalismo differenziato tra Regioni. Invero, non è più sostenibile l’attuale simmetria della competenza legislativa regional…

Pubblicato il: 03/08/2017 – 11:31
L’utilità del federalismo differenziato tra Regioni

Condivido in linea generale la proposta di Forza Italia di esaltare il federalismo differenziato tra Regioni. Invero, non è più sostenibile l’attuale simmetria della competenza legislativa regionale che impedisce a quelle più attrezzate, in termini di prodotto istituzionale e di Pil territoriale, di frenare la loro crescita e il loro sviluppo. D’altronde, con la revisione del 2001 si è introdotto nell’ordinamento, riscrivendo l’art. 116 della Costituzione, il federalismo a geometrie variabili. Più precisamente, si è dato modo alle Regioni con i conti a posto di rivendicare l’esercizio delle funzioni legislative attribuite allo Stato, sia in regime di competenza esclusiva, limitatamente però alle lettere l), solo per la giustizia di pace, n) ed s), che in quella concorrente. Invero, a seguito di una particolare e apposita procedura di impulso delle Regioni medesime, sentiti gli enti locali, le Camere possono, a maggioranza assoluta dei componenti, riconoscere una sopravvenuta ulteriore competenza alle istanti sulla base di una intesa da perfezionare con lo Stato. Un modo, questo, per incrementare – di fatto – le Regioni a Statuto speciale che, stante i verosimili risultati del referendum del 22 ottobre, incrementeranno a sette, piuttosto che «despecializzare» le tradizionali cinque previste dall’anzidetto art. 116, primo comma. 
Dunque, per un verso, una bella idea, che tuttavia si infrange, nello scandire la seconda (che si ritiene erroneamente rivoluzionaria), nelle secche dell’incomprensibilità: quella che vorrebbe pervenire ad un federalismo differenziato, di tipo reverse, nelle regioni del Sud. La proposta di FI prevedrebbe infatti di stressare, in proposito, l’attuazione dell’art. 120, comma 2, della Costituzione, nel senso di trasformare il commissariamento, oggi di tipo «sanzionatorio», in misura strutturale. 
Una soluzione, quella di assicurare più Stato nelle regioni del già Mezzogiorno, condivisibile in linea di principio da chi, come me, è da sempre convinto delle rovine che hanno determinato le Regioni nell’esigibilità dei diritti rimessi alla sua competenza di dettaglio ed esclusiva. Ma non con le modalità proposte dal partito di Berlusconi, che peraltro non risolverebbero nulla. Il progetto di volere strutturalmente sottoporre l’agire delle Regioni ad un commissariamento governativo a regime peggiorerebbe, difatti, le cose sotto due aspetti, oltre che violare principi costituzionali, prioritariamente quello dell’autonomia degli enti territoriali, consacrato dagli artt. 5 e 114 della Costituzione. 
Il primo danno sarebbe di natura giuridico-economica, lesivo dell’unità sostanziale della Repubblica, così come sta avvenendo, per esempio in materia di salute, nelle cinque Regioni sottoposte al commissariamento della loro sanità che arretrano nella erogazione dei Lea, guadagnano migliori bilanci esclusivamente attraverso il blocco del turnover e, quindi, incrementano paurosamente l’emigrazione della salute. 
Senza contare ciò che accadrebbe negli altri settori sensibili per i diritti delle persone, l’esercizio delle imprese, l’ambiente e il turismo.
L’altro è di tipo politico. Ciò in quanto impedirebbe la crescita delle rappresentanze delle istituzioni territoriali che – spogliate delle loro competenze legislative, di programmazione e gestorie – rimarrebbero svuotate dei loro compiti tanto da giustificare, piuttosto, la loro soppressione.
Ove mai la soluzione – che, si ripete, condivisibile sul piano del principio – risiederebbe in una apposita riforma della Costituzione, quantomeno dell’art. 117 (a tal proposito, appare insufficiente il richiamo al comma 8) e dell’art. 120 e, ovviamente di una radicale modificazione dell’art. 8 della legge «La Loggia», attuativa della revisione del 2001.

 

 

*docente Unical

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