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«Servizi socio-sanitari a rischio, intervenga il prefetto»

CATANZARO Le strutture socio-sanitarie della provincia di Catanzaro rischiano di non poter più garantire i servizi. Per un motivo, in particolare: l’Asp non pagherebbe quanto dovuto. Proprio per sc…

Pubblicato il: 07/08/2017 – 10:04
«Servizi socio-sanitari a rischio, intervenga il prefetto»

CATANZARO Le strutture socio-sanitarie della provincia di Catanzaro rischiano di non poter più garantire i servizi. Per un motivo, in particolare: l’Asp non pagherebbe quanto dovuto. Proprio per scongiurare una simile ipotesi e per arrivare a una soluzione del problema i presidenti regionali delle associazioni Uneba (Ferdinando Scorza), Anaste (Michele Garo) e Agidae (Massimo Poggi) hanno chiesto un intervento urgente al prefetto di Catanzaro Luisa Latella.
«Tutte le strutture del comprensorio – spiegano Scorza, Garo e Poggi – versano in gravissime difficoltà economiche per l’incomprensibile atteggiamento assunto dall’Asp di Catanzaro che omette i dovuti pagamenti. La situazione sta mettendo a serio rischio l’erogazione delle prestazioni atteso che l’Azienda sanitaria è ferma al pagamento della quota sociale delle rette al mese di settembre 2016, e per la quota sanitaria è ferma al pagamento del mese di gennaio 2017. Una situazione incomprensibile e inaccettabile, più volte evidenziata ma non risolta. Non esistono motivi che possano giustificare il gravissimo ritardo nei pagamenti, ancor di più ove si pensi che l’Asp di Catanzaro sembrerebbe essere l’unica tra le Aziende sanitarie della Regione ad averlo maturato. Purtroppo, la situazione rischia di portare all’interruzione delle prestazioni in quanto gli erogatori non sono più in grado di far fronte alle costose spese di gestione e quindi ai pagamenti nei confronti dei fornitori di beni e servizi nonché degli stessi dipendenti. Ma v’è di più. L’Asp di Catanzaro è l’unica a non aver ancora dato esecuzione al Dca 87 del 9 agosto 2016, che la obbligava al pagamento nei confronti di una serie di erogatori di una somma concordata a titolo transattivo all’esito di un lungo contenzioso che ha visto pure l’intervento del prefetto di Catanzaro nella veste di commissario ad acta per l’esecuzione del giudicato».
«Ebbene – continuano –, a distanza di un anno dal decreto l’Asp continua a omettere il dovuto pagamento nonostante il dca 87 indichi chiaramente le somme da corrispondere ai singoli erogatori. E a nulla sono valsi i numerosi solleciti, diffide e messe in mora che non hanno “stimolato” neppure una risposta di spiegazioni e/o chiarimenti da parte dell’Asp. La stessa struttura commissariale e la stessa Regione Calabria dipartimento Tutela della salute hanno più volte sollecitato l’esecuzione del dca 87, ma invano. Anche in questo caso occorre evidenziare “l’unicità” dell’Asp di Catanzaro rispetto alle altre Aziende sanitarie che sin da subito hanno provveduto al pagamento nei confronti degli erogatori. L’atteggiamento della direzione generale lascia veramente perplessi, ma continua a danneggiare gli erogatori i quali hanno già dato mandato ai propri legali per la tutela dei loro diritti e sono pronte a denunciare le gravissime omissioni alla competente Procura della Repubblica. Inoltre, il protrarsi dei mancati pagamenti crea tensioni tra dipendenti ed erogatori che -con quelle sommesi attenderebbero di riuscire a saldare gli stipendi, purtroppo, arretrati. I lavoratori minacciano scioperi a causa della inverosimiglianza della circostanza che le strutture non ricevano – per periodi così lunghi – i dovuti corrispettivi per le prestazioni erogate o che un Decreto immediatamente esecutivo non abbia portato – distanza di ben un anno dalla sua pubblicazione – alla corresponsione delle somme in esso specificate».
«Le omissioni dell’Asp – concludono i presidenti di Uneba, Anaste e Agidae – stanno mettendo a serio rischio l’erogazione delle prestazioni» e, quindi, al fine di evitare un grave e improvviso disservizio, chiedono al prefetto Latella «di voler intervenire convocando al più presto un tavolo presso gli uffici della Prefettura con rappresentanti dell’Asp e delle scriventi associazioni per risolvere le gravissime problematiche su esposte».

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