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«Lo sviluppo sboccia all’ombra dei parchi»

SERRA SAN BRUNO «All’ombra dei Parchi sboccia lo sviluppo?». E ancora: il sistema delle aree protette in Calabria genera crescita e sviluppo o è inestricabilmente avvitato su se stesso e le risors…

Pubblicato il: 10/08/2017 – 9:56
«Lo sviluppo sboccia all’ombra dei parchi»

SERRA SAN BRUNO «All’ombra dei Parchi sboccia lo sviluppo?». E ancora: il sistema delle aree protette in Calabria genera crescita e sviluppo o è inestricabilmente avvitato su se stesso e le risorse vengono utilizzate esclusivamente per la sua sussistenza? Sono alcune delle questioni poste nel corso del dibattito programmato all’interno di “SerreinFestival” e alle quali sono state fornire le prime risposte. «L’incontro – ha spiegato il deputato Bruno Censore – rientra in una delle quattro parole-chiave che costituiscono la quintessenza del Festival: migranti, mediterraneo, aree-interne, religioni. L’ambiente e la discussione sulle aree protette gravitano sul concetto di aree interne. Concetto che è un po’ la molla di tutto, essendo, tra l’altro, le Serre una delle aree del Mezzogiorno dalla straordinaria bellezza dei paesaggi». Per Censore «la Calabria ha il dovere di guardare al proprio patrimonio naturalistico quale via privilegiata per creare nuove e stabili e più durature condizioni di benessere economico e sociale. L’idea da tutti condivisa insomma è che non si può ipotecare il benessere delle future generazioni. In tal senso, la Regione si sta efficacemente adoperando per agevolare il lavoro dei Parchi, ben sapendo che ad essi è richiesta una maggiore incisività. Il Parco delle Serre, per esempio, deve recuperare credibilità e qualità. A nessuno serve un contenitore vuoto e sappiamo che un Parco come questo, a cavallo di tre province e dentro cui sono presenti giacimenti naturalistici e culturali d’immenso valore, può e deve avere un ruolo centrale nella promozione di sviluppo».
Sollecitati dai giornalisti Romano Pitaro e Bruno Gemelli sono intervenuti in successione, il responsabile nazionale delle Aree protette di Legambiente Antonio Nicoletti. Questi, dopo aver constato l’assenza in questa parte del Paese del cosiddetto “effetto Parco”, ossia della capacità delle Aree protette di essere valore aggiunto e di  riuscire a stimolare l’imprenditoria verde anche in funzione anticrisi e per frenare lo spopolamento, ha criticato il metodo dei commissariamenti dei Parchi: «Non è possibile che quello delle Serre sia commissariato quasi da sempre e quello della Sila dal 2014. Se non c’è stabilità nella governance, come accade per il Pollino, non si possono produrre processi virtuosi». Al dibattito ha preso parte il direttore della neo Riserva Naturale Valli Cupe Carmine Lupia. La Riserva approvata con legge regionale (proposta dal consigliere Tallini e votata all’unanimità) «è la dimostrazione – ha detto – che il Consiglio regionale e l’Assessorato  hanno voluto lasciare una traccia importante nella storia dell’ambientalismo calabrese, visto che la legge dà coraggio ad un intero territorio perché si prosegua nel lavoro di valorizzazione e promozione ed è stata apprezzata persino dal National Geographic». Lupia ha raccontato i sacrifici di oltre un ventennio fatti dai giovani delle Valli Cupe ed ha annunciato a breve «un’iniziativa, di concerto con l’assessorato, per spiegare la progettualità che insieme stiamo elaborando per potenziare questa vera e propria clinica dei risvegli presa letteralmente d’assalto dai turisti».
La Calabria, è stato spiegato, è ai primi posti per superficie sottoposta a diverso regime di protezione. «Naturalmente – hanno sottolineato il professore Andrea Rosario Proto del dipartimento Agraria – Università Mediterranea di Reggio Calabria e Mimmo Sodaro commissario del Parco delle Serre – lo status della risorsa bosco per essere valorizzato, affinché da risorsa potenziale diventi ricchezza generale, necessita di un lavoro puntuale, sistematico e organizzato con le dovute competenze».
L’assessore Antonella Rizzo ha ascoltato con attenzione gli interventi. Ha elogiato l’iniziativa messa in campo da “SerreinFestival” e ha spiegato che «i parchi e le riserve naturali della Calabria non solo rappresentano per il governo regionale una priorità, ma costituiscono il fulcro di un programma strategico di valorizzazione territoriale. Siamo riusciti finora, e contiamo di consolidare questa impostazione, ad inquadrare tutte le aree protette ed i parchi presenti in Calabria in un sistema di rete operativa, capace, da una parte, di tutelare la natura e le sue incommensurabili risorse e dall’altra di offrire occasioni di sviluppo nell’ottica della sostenibilità ambientale. In questa strategia, sono coinvolte amministrazioni, enti di ricerca, associazioni, categorie professionali e singoli cittadini. Grazie a questo modello operativo i parchi non sono più considerati come entità a sé stanti, ma ambiti pienamente integrati con il resto del territorio.  L’intero sistema delle aree protette della Regione, 3 grandi parchi nazionali, 1 regionale, 3 riserve naturali regionali, 1 parco marino, l’area marina protetta di Capo Rizzuto, 178 siti di interesse comunitario, 6 zone di protezione speciale per l’avifauna, nonché 71 Habitat dei 230 complessivi tutelati a livello europeo,  è stato messo al centro di scelte strategiche di elevata valenza innovativa. Disponiamo di un tesoro interessano che, se da una parte comporta la responsabilità della tutela, dall’altra offre opportunità di valorizzazione ai fini turistici. Mi riferisco in particolare a segmenti di turismo sostenibile, basati sulle eccellenze territoriali, che negli ultimi anni stanno registrando trend in forte crescita. Su queste basi, il Dipartimento da me guidato ha lavorato ad un Piano d’azione che prevede l’impiego di importanti risorse finanziarie del Por Fesr 2014-2020. Nello specifico, si tratta di 10 milioni di euro destinati al monitoraggio degli ecosistemi ed alla messa in atto di azioni di tutela, 20 milioni di euro destinati ad interventi orientati al marketing territoriale, alla sentieristica e alla messa in cantiere della ciclopista dei parchi, un grande attrattore che collegherà il Parco del Pollino con quello d’Aspromonte passando per il Parco della Sila e delle Serre. Non certo un libro dei sogni ma cantieri di lavoro, cantieri green che hanno già mobilitato risorse , individuato beneficiari e siglato puntuali programmi di attività. Per il solo progetto di monitoraggio degli habitat e delle specie – ha aggiunto Antonella  Rizzo – sono già state concluse le procedure per la condivisione del progetto complessivo e per l’assegnazione delle risorse, pari a 4 milioni di euro. L’attivazione di procedure amministrative snelle basate su percorsi operativi condivisi con gli Enti gestori delle aree di interesse comunitario (Sic), ha consentito di velocizzare la realizzazione degli interventi previsti. Circa 60 tecnici, fra biologi, naturalisti ed altri esperti ambientali percorreranno nei prossimi due anni tutto il territorio regionale per acquisire conoscenze e per comprendere le criticità e le minacce per il nostro sistema ambientale».
Con l’intento di monitorare gli impegni assunti da tutti e per tenere accesi i riflettori sull’argomento, ci si è dati appuntamento alla seconda edizione del Festival per il prossimo anno. Stretta di mano (applaudita) tra i sindaci di Serra San Bruno (sede del Parco delle Serre) Luigi Tassone e di Sersale (sede della Riserva Valli Cupe)  Salvatore Torchia.

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