CATANZARO Niente più pacchetti né iscrizioni gonfiate. L’ultima circolare emanata dalla Direzione nazionale del Pd parla chiaro: il numero dei nuovi tesserati non dovrà essere superiore al 15% rispetto al 2016. Un provvedimento che sembra ideato apposta per la realtà calabrese, dove i congressi del Pd sono stati quasi sempre preceduti da campagne di tesseramento anomale, influenzate dai signori delle tessere delle varie province. Nel documento firmato dal vicesegretario nazionale Maurizio Martina e dal responsabile dell’Organizzazione, Andrea Rossi, si specifica che sono in fase di distribuzione le tessere con gli iscritti 2016 «corredate da un 15% di moduli in bianco». Esempio: se una particolare sezione di Reggio Calabria lo scorso anno ha avuto 100 iscritti, nel 2017 il numero massimo di nuovi tesserati potrà essere di 115. La misura serve a mettere un freno alla pratica – molto diffusa al di qua del Pollino – dei tesseramenti truccati alla vigilia dei congressi. Le date sono già state fissate e sono uguali da Nord a Sud: dal 12 al 22 ottobre si svolgeranno i congressi di circolo per eleggere il segretario e le assemblee provinciali. Entro il 29 ottobre, infine, dovrà essere celebrata l’assemblea provinciale. A votare saranno gli iscritti 2016 e 2017.
In Calabria il “tesseramento balneare” del Pd, iniziato ufficialmente il 17 luglio (la chiusura avverrà il 25 settembre), sembra però andare a rilento. Nella Federazione di Cosenza, per citare un caso, le tessere sono arrivate solo due giorni fa. La piattaforma online, su cui i vari segretari di circolo possono effettuare le prenotazioni degli iscritti, è già attiva, ma è chiaro che qualcosa nella macchina organizzativa dem non stia funzionando a dovere. Per andare incontro ai segretari e non ingolfare ulteriormente la campagna, al Nazareno hanno stabilito che gli iscritti 2016 potranno partecipare ai congressi anche senza il rinnovo della tessera, che dovrà comunque avvenire entro il 31 dicembre di quest’anno.
IL BLOCCO Se da una parte la quota del 15% di nuovi iscritti stoppa di fatto ogni tentativo di alterare la campagna tesseramenti a favore di determinate correnti interne al partito, è pur vero che dall’altra favorisce lo status quo e i rapporti di forza già consolidati. Sarà insomma difficile, per via di questa regola, “scalare” il partito dal basso e perciò “rottamare” la classe dirigente attuale. Che in Calabria come in altre parti d’Italia è di fede assolutamente renziana. Il segretario regionale Ernesto Magorno lo sa bene; per questo – malgrado la sempre più forte mobilitazione di diverse correnti interne al partito – non pare particolarmente preoccupato dall’esito dei congressi d’autunno. Lo stesso vale anche per Mario Oliverio.
GOSSIP Il governatore è stato messo sulla graticola da diversi consiglieri regionali del Pd, che premono affinché proceda con il tanto atteso rimpasto di giunta. Oliverio, tuttavia, sembra avere il coltello dalla parte del manico e dimostra di non avere alcuna fretta. «Più che farci assorbire dai gossip estivi che poi non sono nemmeno totalmente estivi ma si ripropongono quotidianamente e interessano soprattutto il ceto politico e non i cittadini – ha detto oggi a margine della conferenza dedicata ai trasporti –, mi interesserei delle questioni concrete. Poi se ci sono problemi anche per quanto riguarda la giunta, li affronteremo a tempo debito. Ma senza traumi e senza patemi d’animo». Più che semplice il messaggio agli inquilini “scontenti” di Palazzo Campanella: i vostri ricatti non sortiranno alcun effetto, decido io come e quando avvicendare gli assessori. Il riferimento è al consiglio regionale dedicato al rinnovo dell’Ufficio di presidenza, rinviato su richiesta del capogruppo del Pd, Sebi Romeo. «Le nomine del consiglio regionale vanno fatte – ha aggiunto il governatore – ma non è la prima volta che una seduta convocata per agosto si aggiorna al mese di settembre. Nei quarant’anni di regionalismo calabrese, e non solo calabrese, c’è una ricca casistica a cui si può fare riferimento. Non mi pare sia un fatto disastroso per la Regione». Non è dunque il caso di «drammatizzare»: è «naturale che quando si affrontano questioni di questo tipo ci siano problemi. Sia nella maggioranza che nell’opposizione. Mi pare di avere letto infatti che le minoranze sono due e anche all’interno delle due ci sono problemi che diversificano l’approccio dei singoli consiglieri». E la tanto declamata “svolta”, ora che siamo al giro di boa della legislatura? «Quando parlo di nuova fase – ha chiarito ancora Oliverio – mi riferisco alla necessità di aprire una fase nuova sul versante del confronto con le forze sociali, con i sindaci e con il territorio e anche dell’azione di governo». Il rimpasto, insomma, ci potrà essere, ma anche no.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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