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Le Primarie del Corriere e gli “hacker per una notte”

Una volta ogni tanto ci sono delle buone notizie per i nostri lettori. Eccole:1. Alle Primarie del Corriere avete votato in tantissimi, migliaia. Tant’è che per le prossime consultazioni – quelle c…

Pubblicato il: 16/08/2017 – 14:33
Le Primarie del Corriere e gli “hacker per una notte”

Una volta ogni tanto ci sono delle buone notizie per i nostri lettori. Eccole:
1. Alle Primarie del Corriere avete votato in tantissimi, migliaia. Tant’è che per le prossime consultazioni – quelle che ci aiuteranno a perfezionare la rilevazione e restringere la rosa dei vostri candidati – restringeremo la finestra temporale utile a esprimere le preferenze (una settimana: comunque ci sarà tempo a sufficienza);
2. Tra qualche giorno vi proporremo i risultati della prima consultazione. Gli esperti di Demoskopika li stanno analizzando e “ripulendo” (vedi punto 3);
3. Un po’ di persone – guarda caso sono spesso legate alla politica – hanno speso parte del loro tempo per dimostrare che si può condizionare il risultato del voto.
Perché pensiamo che la 3. sia una buona notizia? Ve lo spieghiamo. Innanzitutto dimostra che l’attenzione attorno al nostro gioco (serissimo, però) è alta. Così tanto da far nascere tentativi di dimostrarne la presunta “inutilità”. L’argomento principe è: perché votare per una consultazione che può essere manipolata?
Entriamo nel merito della contestazione. Che è formulata in maniera errata. È esatto, infatti, sostenere che si può provare a manipolare i risultati. Il guaio (per chi ci prova) è che è difficile riuscirci. Perché esistono meccanismi di controllo e metodi per registrare i voti genuini e distinguerli da quelli farlocchi. 
Un conto è organizzarsi, come molti hanno fatto in piena trasparenza sui social, per creare un movimento virtuale attorno a un candidato che ritengono valido. È così che dovrebbero funzionare le Primarie “reali” (quelle in cui non si riempiono le urne di schede pre-votate, tanto per capirci): i cittadini si aggregano attorno a un politico o a un esponente della società civile per aiutarlo a competere. 
Altro è cercare scorciatoie informatiche improvvisandosi hacker per una notte. E non è detto che funzioni.
Davanti a una competizione si possono avere due atteggiamenti: cimentarsi puntando sulle proprie forze o provare a “doparsi” (in questo caso il doping è informatico ma il concetto è uguale). Se qualcuno sceglie la seconda strada qualche problema ce l’ha. Non sta a Demoskopika, al Corriere della Calabria o ai colleghi di Newsandcom scoprire le ragioni del problema. Semmai, il nostro compito è fare in modo che questo comportamento non incida sui risultati e non scoraggi i nostri lettori. Ci siamo riusciti adesso e ci riusciremo nei prossimi step delle Primarie, blindando ulteriormente rilevazione e risultati. Fatto salvo il diritto di provare a imbrogliare (non quello di riuscirci), residua una curiosità. Il Comune di Roma, nei giorni scorsi, ha lanciato un questionario online. Si chiama “Come ti muovi”. Lo scopo è quello di raccogliere indicazioni per offrire un servizio pubblico a misura di cittadini. Si vota al link https://romamobilita.it/it/come-ti-muovi e, sorpresa, senza improvvisarci hacker si possono esprimere quante preferenze si vuole. Solo per questo non è una buona idea? Assolutamente no: il progetto resta validissimo proprio perché si poggia sul senso civico. Ci si può improvvisare hacker; diventare cittadini è un po’ più difficile. 

 

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