LAMEZIA TERME È stato eseguito dall’equipe dell’Unità operativa di cardiologia dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme il primo impianto di dispositivo antitachicardico (defibrillatore) in una paziente in pericolo di vita. L’intervento, è scritto in un comunicato dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, segna la ripresa delle attività del reparto diretto da Roberto Ceravolo, che erano state sospese sette anni addietro. «L’equipe – riporta il comunicato – ha impiantato alla paziente il defibrillatore automatico (Icd), dispositivo creato per trattare aritmie ventricolari potenzialmente pericolose per la vita del paziente. Una buona notizia per la città di Lamezia e l’intero territorio Lametino, in quanto l’utenza potrà evitare di recarsi a Catanzaro, e perdere tempo prezioso, per effettuare delle prestazioni che possono essere eseguite direttamente nell’ospedale lametino, dove sono presenti professionalità e strutture adeguate». «Siamo ripartiti – ha affermato il primario Ceravolo – erano anni che in questo ospedale l’attività si era fermata e l’abbiamo fatta ripartire con un caso d’impianto di defibrillatore salvavita, su una paziente che aveva un’aritmia minacciosa. Si tratta di interventi importanti che possono essere realizzati in questo ospedale, senza che i pazienti si rechino a Catanzaro, su cui noi possiamo intervenire in soli 10 minuti, come per le coronarografie e le angioplastiche. Questo significa meno viaggi e soprattutto un riscatto cardiologico per l’intero territorio, in quanto sono state riportate delle attività che erano già presenti in passato in questo ospedale. A breve riapriremo anche gli ambulatori, prima bloccati ai pazienti esterni, con una previsione di 600 prestazioni nel solo mese di settembre, in modo da soddisfare le esigenze del territorio». «La cardiologia c’è – ha detto il direttore generale dell’Asp, Giuseppe Perri – e stiamo ripartendo e rilanciando l’attività sanitaria, implementando i servizi del nostro ospedale per rispondere alle esigenze della città».
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