COSENZA “Abbiamo sentito delle esplosioni e poi delle urla. Una ragazza chiedeva aiuto”. Così una residente di corso Telesio ricorda gli attimi della tragedia che si è consumata nel pomeriggio di venerdì nel centro storico di Cosenza. Un’abitazione ha preso fuoco e le fiamme hanno divorato tre persone, i cui cadaveri sono stati ritrovati dopo diverse ore dai vigili del fuoco. Si tratta di Roberto Golia, dello zio Antonio Noce e di Serafina Speranza, moglie di Golia.
Per le forze dell’ordine i tre erano “ufficialmente dispersi” fin quando i soccorritori non sono riusciti a entrare nella casa. Gli abitanti di corso Telesio li avevano sentiti urlare e poi hanno visto le fiamme.
Fiamme che per diverse ore i vigili del fuoco non sono riusciti a domare. L’incendio è divampato attorno alle 17 ma dopo le 21 ancora non si riusciva a entrare nell’appartamento. I vigili del fuoco provavano a spegnere le fiamme e poi dopo un po’ di nuovo il fuoco.
Solo fumo, dolore e rabbia. Dolore perché col passare dei minuti si è fatta sempre più concreta la triste realtà: sono morte le tre persone che abitavano in quella casa al terzo piano di un antico palazzo che si affaccia sul Duomo della città di Telesio. Sul posto immediati i soccorsi e l’intervento delle forze dell’ordine. I primi ad intervenire sono stati gli agenti della squadra mobile guidati dall’ispettore Giuseppe Mirabelli. In supporto e a presidiare sul luogo subito e per tutta la notte anche i carabinieri. Gli abitanti di quella casa sono noti alle forze dell’ordine e alle cronache perché zio e nipote erano persone con problemi psichici. La famiglia che abitava all’ultimo piano per fortuna si trovava al mare.
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Si respirava tanta tensione perché per diverse ore si è lottato con un concreto rischio crolli. Tanta la rabbia dei residenti di corso Telesio perché “nonostante i due fossero in cura al Cim nessuno si prendeva cura di loro”. Subito è arrivata il vicesindaco di Cosenza Jole Santelli, assieme al consulente Eva Catizone e al dirigente al Welfare Mario Campanella. Poco dopo sul posto anche il sindaco Mario Occhiuto. I tre occupavano abusivamente quello stabile e il proprietario aveva presentato diverse denunce ai carabinieri. Zio e nipote, che avevano avuto anche problemi con la giustizia, in passato erano stati sottoposti al Trattamento sanitario obbligatorio. “Siamo di fronte a una tragedia – ha detto addolorata il vicesindaco – e a una vicenda di degrado sociale. Adesso non ci sono parole ma cercheremo solo di capire che cosa sia successo”. Jole Santelli ha rassicurato gli abitanti di corso Telesio facendo sentire la vicinanza del Comune. I vigili del fuoco, coadiuvati dalle forze dell’ordine e dalla Protezione civile, lavoreranno per tutta la notte. C’è il serio rischio che il palazzo possa crollare, così tutta la zona è stata transennata e i palazzi adiacenti evacuati. C’è preoccupazione per il rischio crolli perché si tratta di abitazioni antiche tutte in legno. Il vicesindaco Santelli assieme a Catizone e Campanella si è accertata delle condizioni di salute dei residenti della zona abitata soprattutto da persone anziane. Appena appresa la notizia è arrivato il sindaco Mario Occhiuto, giunto nel momento più critico quando è nuovamente divampato l’incendio.
Il primo cittadino è sgomento: “Sono molto dispiaciuto. Conoscevo la situazione e so che i servizi sociali erano intervenuti anche recentemente. Si trattava di persone in cura al Cim. Avevamo fatto delle ordinanze per lo smaltimento dei rifiuti all’esterno. Ma rimane l’amarezza per quanto accaduto e c’è un sentimento di impotenza. Erano situazioni legate alla miseria umana. Tutto ciò lascia l’amaro in bocca. Ci sono situazioni che andrebbero ripensate. Adesso c’è il rischio crolli perché ci sono solai in legno. Alcune famiglie che abitavano qui sono state evacuate e sistemate in albergo”.
DISTRUTTA LA STORICA RESIDENZA RUGGI D’ARAGONA Una tragedia nella tragedia. Che avrebbe potuto avere conseguenze anche più gravi. Mentre i vigili del fuoco cercano disperatamente di spegnere le fiamme, al dolore per la perdita di vite umane si aggiunge anche la conta dei danni. La casa andata a fuoco era occupata abusivamente e si trovava nello storico palazzo Compagna di corso Telesio, ovvero la nobile residenza Ruggi D’Aragona. Una residenza di inestimabile valore. Affranto e addolorato Roberto Bilotti, il proprietario del palazzo e nipote di Carlo Bilotti, celebre figlio della città di Telesio a cui è dedicato il Museo all’aperto che ospita le sue opere.
“Queste persone – racconta Roberto Bilotti, distrutto dal dolore – occupavano l’ammezzato sotto la mia residenza che era stato occupato abusivamente dai fratelli Noce circa otto anni fa. Ho subito denunciato l’occupazione non solo per rivendicare la mia proprietà ma soprattutto per il timore di incendi. Infatti spesso accendevano fuoco. Ho chiesto più volte l’intervento dei vigili e dell’Asp. Ma otto anni di udienze non sono purtroppo servite a nulla. Il piano nobile, che stava sopra l’appartamento andato a fuoco, era l’unico rimasto intatto negli arredi antichi: c’erano molti ritratti di umanisti cosentini e in particolare la biblioteca. Cosenza perde anche mezzo millennio di storia. Era l’unica biblioteca sulla storia di Cosenza: manoscritti, pergamene, cinquecentine di tanti umanisti. Avevamo aperto al pubblico questo palazzo da poco. Pomeriggio mi trovavo qui e sono andato via poco prima dell’incendio”.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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