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I fondi per la cultura usati come ritorsione politica

CATANZARO Si va dritti allo scontro giudiziario tra l’amministrazione provinciale di Catanzaro e il governatore Mario Oliverio. Nella logica del Trio delle meraviglie (Magorno-Oliverio-Romeo) Enzo …

Pubblicato il: 19/08/2017 – 11:02
I fondi per la cultura usati come ritorsione politica

CATANZARO Si va dritti allo scontro giudiziario tra l’amministrazione provinciale di Catanzaro e il governatore Mario Oliverio. Nella logica del Trio delle meraviglie (Magorno-Oliverio-Romeo) Enzo Bruno, presidente della provincia ed ex segretario provinciale del Pd di Catanzaro, va impedito nella sua azione amministrativa e politica perché rifiuta di piegarsi alla logica di una maggioranza interna compromessa e inaffidabile.
Ultimo atto ostile l’esclusione della manifestazione “Settembre al parco” dall’elenco delle manifestazioni artistiche e culturali meritevoli del patrocinio della Regione Calabria, assessorato alla Cultura ed agli spettacoli. Tale dipartimento è tra quelli direttamente trattenuti da Oliverio sotto il suo controllo; di fatto ogni decisione dipende dalla compagna del presidente Adriana Toman che questo potere, ancorché non previsto da alcuna norma, esercita in maniera, ormai a dire poco, esplicita.
“Settembre al parco” è l’unica manifestazione interamente pubblica in Catanzaro. Negli anni ha aiutato il rilancio del ruolo anche naturalistico e didattico coperto dal Parco delle biodiversità, una unicità nel suo genere che Enzo Bruno ha potenziato fino a portarlo, nella manifestazione dello scorso anno, a sessantamila presenze. “Settembre al parco” è anche l’unica rassegna catanzarese offerta senza il pagamento di alcun biglietto ma in forma totalmente gratuita. Ciò non ha impedito al presidente Oliverio di cassarla dall’elenco delle manifestazioni d’interesse regionale.
Inevitabile la reazione della Provincia di Catanzaro che prima ha minacciato e poi regolarmente attivato l’accesso agli atti per capire bene con quali criteri la presidenza Oliverio ha gestito i soldi pubblici destinati alla promozione culturale. Diciamolo subito: gli atti messi a disposizione dei legali della Provincia, che ne ha fatto richiesta, sono risibili.  Un mero elenco di nomi e cifre senza alcuna indicazione di linee guida o di criteri oggettivi. Per questo, la Provincia di Catanzaro, in difesa del suo progetto (“Settembre al Parco edizione 2017 Naturart – Dove affondano le radici?”), dopo avere esperito l’accesso agli atti, ha presentato nei termini apposita e motivata richiesta di riesame.
Con tale istanza, in via assolutamente preliminare, è stata eccepita la lesione del diritto di accesso che è stato gravemente compresso. Fanno notare i legali della Provincia: «L’ostensione, infatti, ha unicamente riguardato la scheda di valutazione del progetto dell’Ente Provincia e non anche tutti gli atti istruttori e questo non ha consentito un esame comparativo. La scarna scheda esibita, inoltre, recava unicamente una serie di valutazioni numeriche espresse dai commissari, senza neanche un solo accenno di motivazione. È stato pertanto chiarito, anche a verbale, che non si è stati messi nelle condizioni ottimali per poter compiutamente difendere le proprie ragioni e tutto ciò costituisce un grave vulnus dei principi dì trasparenza e di buon andamento della Pubblica amministrazione».
Insomma, sulla scorta degli atti esaminati, restano incomprensibili i motivi per i quali la Regione ha ritenuto di non ammettere a finanziamento il progetto presentato dall’amministrazione provinciale di Catanzaro, peraltro, annotano nel ricorso i legali della Provincia, «redatto in continuità con la strategia contenuta nel progetto che lo scorso anno, viceversa, è stato considerato perfettamente in linea con gli obiettivi strategici che l’amministrazione regionale vuole conseguire con il medesimo bando e, per l’effetto, è stato approvato e finanziato».
Adesso la palla torna alla Regione che dovrà difendersi su un terreno tecnico laddove la decisione è chiaramente frutto di ritorsione politica. Uno scontro destinato, anche per questo, a proseguire visto che Enzo Bruno ha fatto sapere che non intende cedere davanti a quella che ritiene una palese ritorsione ingiustizia. «Restiamo in attesa di conoscere la valutazione dell’istanza di riesame da parte della Regione. Laddove – assicura Bruno – in questa fase non si dovesse trovare soddisfazione, sarà esperita la via giurisdizionale per una esclusione che, ribadiamo, appare assolutamente ingiusta».
Altre rogne, insomma, per Coniglio Mannaro (Ernesto Magorno, ndr) che con queste polemiche in corso trova difficile godersi il contentino portato a casa con il lauto finanziamento che Oliverio, in questo caso munifico, con il parere favorevole del Grande regista Seby Romeo, ha stanziato per il Festival del peperoncino in quel di Diamante.
Si dirà che trattasi di un festival affermatosi sul scala internazionale. Verissimo, allora che bisogno c’era di staccare un assegno da sessantamila euro, trentamila già consegnati in aprile e gli altri da portare a saldo, per una comparsata di Belen a Diamante?
Anche in questo il Pd emula il peggiore Scopelliti che pagò  circa la stessa cifra per uno “struscio” di Valeria Marini sul corso Garibaldi di Reggio Calabria.

Paolo Pollichieni
direttore@corrierecal.it

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