COSENZA «Sono dispiaciuto per quanto accaduto. Ho visitato la sede della residenza Ruggi D’Aragona proprio una settimana fa, e nell’occasione avevamo deciso con Roberto Bilotti di avviare a settembre la procedura per un vincolo». A dirlo è stato Mario Pagano, direttore della Soprintendenza archeologia, Belle arti e Paesaggio di Catanzaro, Cosenza e Crotone, dopo aver appreso dell’incendio che ha distrutto la biblioteca della famiglia Bilotti Ruggi D’Aragona e gran parte della residenza che custodiva mobili e opere artistiche di valore. Nell’incendio sono andate distrutte alcune opere di Bernardino Telesio, Parrasio, Quattromani e Bernardino Bombini, oltre a 8 pergamene originali del ‘400 su Cosenza scritte in gotico e tutta la quadreria del ‘500 ritraente umanisti calabresi e cosentini, tra cui Paolo Bombini che aveva un carteggio epistolare con Galileo Galilei, di cui vi erano copie trascritte a mano custodite nella biblioteca, e Pietro Paolo Parisio che fu ministro dell’imperatore Carlo V. La residenza Ruggi D’Aragona era considerata il corrispettivo di Palazzo Ganci di Palermo, per importanza e pregio delle opere e del mobilio custodito. «Conosco la famiglia Bilotti – ha aggiunto Mario Pagano – e il loro amore per l’arte. Penso sia stato un duro colpo per Roberto che aveva deciso di aprire alla città la residenza. Ho visto opere d’arte di moderato valore, ma molto importanti per il patrimonio calabrese, mobili del ‘400 ed ero convinto di avviare la procedura per una dichiarazione di importante interesse. Sapevo dell’esistenza della biblioteca, seppur non ho avuto modo di visitarla e avrei segnalato alla Soprintendenza archivistica e bibliografica di Reggio Calabria la presenza dei testi. Purtroppo, non ne abbiamo avuto il tempo. Lunedì, al mio rientro in sede, contatterò Roberto Bilotti e farò di tutto per salvare e tutelare ciò che è rimasto».
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