Il Piano di Sviluppo Regionale della Calabria 2014-2020, meglio conosciuto come PSR, seppur partito in ritardo e con diversi rinvii, da fine giugno 2016, non aggiornando comunque il prezziario regionale sull’agricoltura, ha fornito una occasione da sfruttare per potersi introdurre nel mondo del lavoro. Sono stati in molti a coglierla. Molto è stato però vanificato dall’iter burocratico da seguire. Un’assurdità è rappresentata tra l’altro dalla obbligatorietà di aprire la partita I.V.A. senza conoscere se il progetto di tanti giovani fosse finanziabile e meritevole di contributi. Il sistema, sovraccarico, è andato in tilt. Il Sistema Italiano Agricoltura Nazionale, pur avendo recepito le richieste, non consentiva di completare l’operazione cosiddetta O.T.P. (One Time Password) e l’aspirante agricoltore non ha potuto procedere alla conferma del progetto presentato. Altre Regioni hanno sanato l’inconveniente. La Regione Calabria ha ritenuto agire in modo “molto più intelligente”. Ha proceduto con l’eliminazione di oltre 100 concorrenti per carenze nella presentazione delle domande come è possibile evincere dal Decreto pubblicato dalla Regione Calabria. Quale il disegno politico. Quale il fine. Sarebbe molto grave se si volesse speculare. Non è immaginabile una riapertura dei termini di presentazione delle domande per gli esclusi. Sarebbe illogico e illegale. Dunque a chi giova la mancata presa d’atto dell’errore e la conseguente correzione in regime di autotutela dell’errore. Sarebbe grave se si procedesse con promesse. Sarebbe un modo vecchio di fare politica. E non bisogna mai dimenticare che l’Italia si è molto retta sulla piccola e media impresa.
Sta di fatto che molti esclusi dal bando per lo sviluppo delle aziende agricole e delle imprese hanno deciso di rivolgersi al Tar Calabria per far valere le proprie ragioni. Il Tar ha ritenuto fondate le ragioni e disposto l’ammissione in via cautelare. Le premesse ci sono tutte per cui, nel merito, non si può non essere fiduciosi del giudizio conclusivo del Tar della Calabria. Ne prenda atto il governatore. La non assunzione di responsabilità allunga i tempi di intervento e produce ulteriore avversione verso la burocrazia e la politica. Favorire i gruppi di potere non giova. Permette un facile gioco e determina nuove avversioni. Correggere gli errori diventa un atto dovuto e di buon senso. Si spera che venga imboccata la giusta strada. “Chiacchere e tabacchere i lignu a ru bancu i Napule nun sinn’impignano”. Così recitava saggiamente un antico e sempre attuale adagio napoletano.
La Politica per quanto complessa è un’arte che ha la sua nobiltà. E’ Passione e fantasia. Scontro-incontro sui contenuti. Mediazione e convergenza. E’ soprattutto capacità di trovare soluzioni alle esigenze delle popolazioni amministrate. Non ha bisogno di accentratori, di “prime donne” o di uomini “tutto fare”. E’ dialogo e divisione di ruoli e competenze. La Democrazia è soprattutto questo. La pluralità delle idee e delle posizioni può arricchire il dibattito e deve portare a soluzioni condivise. L’imposizione di soluzioni minoritarie acuisce lo scontro determinando contrapposizioni e degenerazioni. La politica è ancora assunzione di responsabilità e chiarezza di scelte nell’esclusivo interesse degli amministrati.
È vero. Si è complessivamente in affanno. La crisi perdura da diversi anni. Ciò dovrebbe però renderci solidali e spingerci a lottare per obiettivi comuni. Affannarsi per raggiungere posizioni privilegiate in cambio di subalternità e servilismo abbrutisce l’uomo e lo rende schiavo dei furbi di turno. Conservare la propria dignità può contribuire alla crescita sociale e politica.
Intanto cresce l’avversione verso la politica e verso ogni forma ad essa riconducibile. Nel contesto ha facile gioco chi, seppur privo di progetti costruttivi, si erge a paladino della moralità e della trasformazione del Paese. Calcare contro ogni forma di corruzione, storture e degenerazioni accumulati nel tempo porta consensi e accresce il poter contrattuale di quanti si pongono come “salvatori della patria”.
Equità sociale, redistribuzione del reddito, Mezzogiorno sono temi attuali e irrisolti. Il dramma dell’abbandono e della povertà evidenzia una incapacità a trovare soluzioni adeguate ai tempi. La crisi di sistema in atto può essere l’occasione per aprire nuove orizzonti e prospettive. La Calabria può e deve dimostrare altro. Si imbocchi la strada dello sviluppo, del progresso e della legalità. Si esca da schemi logori e da furbizie sciocche. Si accelerino gli investimenti. Attenzione però. Si agisca presto. Non vengano perduti i fondi europei.
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