Riceviamo e pubblichiamo la lettera firmata che i 14 dipendenti dei laboratori Bionaturalistico e Chimico del dipartimento provinciale Arpacal di Vibo Valentia hanno indirizzato, tra gli altri, al presidente della Provincia e al sindaco di Vibo, ai presidenti dell’Anci Calabria e dell’Upi Calabria, al presidente della Regione, all’assessore regionale all’Ambiente e al dirigente generale del dipartimento Ambiente:
Con delibera C.S. n. 547 del 26.07.2017, pubblicata all’Albo on-line in data 08/08/17, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpacal) ha approvato la bozza del nuovo Regolamento di organizzazione per il funzionamento dell’Agenzia che adotta cambiamenti e trasformazioni sostanziali alle attività territoriali finora gestite dai dipartimenti provinciali, fin dalla loro istituzione (anno 2000). Ciò comporterebbe inevitabili ripercussioni negative sul territorio regionale ed in particolare sul territorio della provincia di Vibo Valentia.
Sarebbero, infatti, radicalmente smantellati i due unici Laboratori Bionaturalistico e Chimico del dipartimento provinciale di Vibo Valentia, le cui competenze analitiche sarebbero trasferite ai laboratori dei dipartimenti di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria, dove invece verrebbero creati ulteriori 4 laboratori chimici.
A parte le incongruenze che caratterizzano il predetto regolamento, che per essere esecutivo, dovrà essere approvato dalla giunta regionale della Calabria, se fosse operativa tale ipotesi, il dipartimento di Vibo Valentia, con l’eliminazione dei suoi laboratori di analisi, sarebbe di fatto l’unico a subire un reale svuotamento di competenze e funzioni. Al contrario, il dipartimento di Vibo Valentia dovrebbe essere ulteriormente potenziato, per il fatto che ingloba il tratto di costa a maggiore vocazione turistica di tutta la Calabria, per le criticità che lo caratterizzano e che spesso impongono di operare in emergenza.
Quanto ipotizzato, oltre ad essere in pieno contrasto con la ratio legislativa della istituzione dell’Arpacal (L.R. n. 20/1999 e s.m.i.), costituirebbe l’ennesimo colpo inferto ad una provincia già penalizzata e già ultima nelle classifiche nazionali per l’efficienza dei servizi.
Ma quello che maggiormente suscita preoccupazione e meraviglia in tutta questa vicenda è la scarsa attenzione e la risposta silenziosa, in piena campagna e calura estiva, meglio qualificabile come “assenza di risposta” delle forze sindacali, a fronte di una sensibilità manifestata da una parte delle forze politiche; una realtà purtroppo amara che fa rimpiangere i tempi andati quando il Sindacato costituiva un concreto punto di riferimento di legittime istanze dei cittadini per la tutela dei diritti dei lavoratori e per il bene, la salvaguardia e lo sviluppo del territorio.
Con la speranza che domani non dovremo consolare qualcuno che ipocritamente verserà a posteriori lacrime di coccodrillo, ancora si è in tempo, se c’è la volontà ed il legittimo interesse politico, per recuperare quanto dovuto al territorio di Vibo Valentia, ai cittadini ed ai lavoratori.
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