In relazione alle notizie apparse in questi giorni sugli organi di stampa, in merito al sistema di accreditamento delle Scuole di specializzazione di area medica e soprattutto alla proposta di non-accreditamento della Cardiochirurgia Universitaria di Catanzaro, in qualità di direttore dell’Unità operativa complessa nonché referente della Scuola di specializzazione sento il dovere di precisare quanto segue.
La Scuola di specializzazione in Cardiochirurgia dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, istituita nel 1991, dal 2010 svolge la sua attività quale sede aggregata ad altra sede universitaria amministrativa in base a specifico decreto ministeriale.
Con il decreto interministeriale 13 giugno 2017 l’Istituto dell’aggregazione di fatto viene cancellato, per cui tutte le Scuole di specializzazione hanno avuto la possibilità di chiedere un accreditamento in base a specifici parametri, ovvero standard minimi di qualità sia sotto il profilo didattico che dal punto di vista delle prestazioni assistenziali. Tali parametri sono stati stabiliti da un Osservatorio nazionale per la Formazione medica specialistica, nominato dal Miur e costituito da rappresentanti sia del ministero dell’Università che del ministero della Salute .
Verificati i parametri e visto che tutti i dati erano perfettamente in linea con gli standard richiesti, si è deciso di sottoporre al vaglio dell’Osservatorio anche la Scuola di specializzazione in Cardiochirurgia della nostra università. Inoltre, sempre in base al decreto interministeriale si è provveduto con apposite convenzioni a costituire anche una rete formativa nella quale inserire la Cardiochirurgia di Reggio Calabria che ha avviato la propria attività nel dicembre 2016 con la possibilità, se previsto dalle normative vigenti, di coinvolgere anche strutture private accreditate regionali.
I tempi di inserimento dei dati sono stati molto ristretti e la procedura si è conclusa il 10 luglio scorso per cui l’Osservatorio nazionale ha avuto la possibilità di valutare dati, strutture e perfomance di oltre 1400 Scuole in soli 18 giorni, concludendo i lavori il 31 luglio 2017. Da una prima analisi comunicata ufficialmente dal Miur il 12 luglio la nostra Scuola di Cardiochirurgia presentava tutti gli elementi in perfetta linea rispetto a quanto richiesto dal decreto e ciò veniva segnalato per via telematica con “pollice verde”.
Pertanto, a differenza di altre Scuole, non è stata richiesta alcuna documentazione aggiuntiva. Successivamente, a conclusione dei lavori dell’Osservatorio, le informazioni non – ufficiali ricevute sono state di tutt’altro avviso, individuando la Cardiochirurgia come non-accreditabile in base ai rilievi dell’Agenas e dell’Anvur.
Per corretta informazione è importante sottolineare, come del resto caratterizzato anche da situazioni simili a livello nazionale, che tutta la documentazione che è stata fornita dalla nostra Scuola presentava elementi inconfutabili per una valutazione ben diversa e più precisamente:
1. La rete formativa proposta coinvolge strutture operanti nel territorio regionale che non hanno nulla da invidiare a quelle di altre regioni. Infatti la Cardiochirurgia universitaria è inserita nel circuito dell’urgenza-emergenza h/24 come più volte sottolineato ed anche in tutto questo periodo estivo ha svolto e sta svolgendo regolarmente la propria attività, con il coinvolgimento attivo e proficuo dei nostri specializzandi. La sede pubblica collegata, cioè la Cardiochirurgia di Reggio Calabria, svolge la propria attività nell’ambito di un Hub dotato di Pronto soccorso e, inoltre, entrambe le sedi sono dotate di tutte le strutture e le attrezzature collaterali necessarie ad una corretta formazione dei medici specializzandi sempre secondo quanto indicato nel decreto interministeriale del 13 giugno. Infine anche per ciò che concerne gli standard assistenziali numerici (ricoveri ed interventi chirurgici) essi rientrano perfettamente nei parametri richiesti.
2. Per ciò che concerne la valutazione Anvur, pubblicata nella giornata di oggi da una testata giornalistica on-line, devo precisare che la normativa prevede che in ciascuna Scuola debbano essere presenti almeno due docenti del settore disciplinare caratterizzante e che in caso ne sia presente solo uno, vi è la possibilità entro il 2018 di effettuare opportuna integrazione. Inoltre la valutazione per l’accreditamento prevede l’analisi della produzione scientifica degli ultimi anni di ciascun docente del settore sottolineando, ad esempio, che per i professori ordinari è necessario il possesso di soglie numeriche minime, pari a quelle indicate per i commissari presenti nelle liste dei sorteggiabili per l’abilitazione scientifica nazionale.
Detto ciò nella Scuola di specializzazione in Cardiochirurgia è presente un solo docente, il sottoscritto (professore ordinario) già inserito proprio dall’Anvur nella lista dei commissari sorteggiabili e quindi con tutte le carte in regola, già certificate, per rientrare in un giudizio positivo per l’accreditamento della Scuola di cui è referente. L’anomalia dello strano risultato che è venuto fuori dalle valutazioni dell’Osservatorio nazionale per ciò che concerne l’analisi della produzione scientifica è stata segnalata proprio all’Anvur che in una nota di risposta oltre a citare quanto riportato dal d.i. si è limitato a ricordare che «…Il Decreto in questione non include alcuna disposizione in materia di contraddittorio nelle more del varo del provvedimento di accreditamento…» e che, quindi «… non è prevista alcun ricalcolo né revisione…» , come dire «anche se abbiamo sbagliato la valutazione non puoi contestarcelo».
Detto ciò ritengo che aldilà di dichiarazioni formali si debba necessariamente e con forza sottolineare alcuni punti:
1. È veramente strano, nonché per certi versi vergognoso, che un atto riservato, ancora al vaglio del ministero della Salute, venga fuori prima del tempo (vedi relativa inchiesta Corriere della Sera) e senza la possibilità di replica, ovvero di integrare eventuali discrepanze qualora esistenti;
2. Il lavoro preparatorio dell’Osservatorio nazionale per la Formazione medica specialistica ha richiesto oltre 2 anni di tempo, mentre per l’analisi dei dati di oltre 1.400 Scuole di specializzazione sono bastati solo 18 giorni (!!!), individuando 136 Scuole da non accreditare e molte altre con un accreditamento provvisorio. Tra queste alcune sono impegnate in servizi delicati quale l’urgenza/emergenza (come ad esempio la Chirurgia toracica e la Chirurgia vascolare dell’Università Cattolica con sede a Roma);
3. Il danno che tale decisione improvvida può provocare alla Regione Calabria è enorme, visti anche i notevoli sforzi economici che sono stati fatti per l’apertura della terza Cardiochirurgia a Reggio Calabria.
È mai possibile che una Regione con tre Cardiochirurgie non riesca a soddisfare le necessità di formazione di nuovi specialisti?
Vorrei ricordare come, sia nella Cardiochirurgia dell’Aou “Mater Domini” di Catanzaro che in quella di Reggio Calabria, sono operativi quali dirigenti medici specialisti calabresi che, guarda caso, hanno conseguito la loro Specializzazione in Cardiochirurgia proprio presso l’Università di Catanzaro.
Tutto questo può svanire nel nulla, nonostante gli sforzi congiunti sia dell’Università (possibilità di acquisire nuovi docenti) che dell’azienda Mater Domini (vale la pena sottolineare le nostre dotazioni in termini di posti-letto e tecnologie avanzate).
Ovviamente tutto deve essere ancora ratificato dal ministro della Salute e in caso di conferma di tali negativi risultati, in accordo con le istituzioni universitarie, valuterò la possibilità di ricorrere alla giustizia amministrativa in difesa della professionalità e dei diritti anche degli attuali specializzandi e per scongiurare il pericolo che giovani neo-laureati calabresi debbano essere sempre più penalizzati p
erché costretti a svolgere anche la loro attività di formazione fuori regione.
*ordinario di Cardiochirurgia Università “Magna Graecia” di Catanzaro
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