Per Montauro era solo Giovanni Aiello

MONTAURO La piccola chiesa di Montauro giovedì sera era gremita di gente. Giovanni Aiello, 71 anni, alias “Faccia da mostro”, ex agente della squadra mobile di Palermo ritenuto vicino ai servizi, sulla cui persona aleggiava il sospetto, alimentato da pentiti e testimoni, che fosse un killer di Stato ha ricevuto il saluto di un intero paese. Per l’ex poliziotto diventato uomo di mare i pescatori presenti erano tanti, le facce arse dal sole, la corona di fiori con le rose allacciate ai galleggianti delle reti da pesca. “I tuoi amici del mare”, diceva un’altra corona di rose rosse e blu. Alle esequie erano presenti la sorella, il fratello, anche la prima moglie e la figlia. Mentre su Montauro scendeva la cenere dell’ennesimo incendio tra i tanti che stanno consumando la Calabria, don Nicola recitava la sua omelia sulla redenzione.

L’uomo indagato e prosciolto dalle procure di Palermo, Catania e Caltanissetta (e ancora sotto inchiesta a Reggio Calabria nell’indagine “‘Ndrangheta stragista”) per il reato di strage aveva conquistato affetto tra la gente di mare che ha applaudito l’uscita della salma e la lettera di commiato del suo avvocato, Eugenio Battaglia, che lo ha descritto come un «punto di riferimento per coloro che gli erano vicini», indissolubilmente legato a quel mare davanti al quale è morto quattro giorni fa, stroncato da un malore, portandosi dietro tutti i suoi misteri, mentre riportava la sua barca a riva.

ale. tru.