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Arcomagno insicuro (e “interdetto”) ma non importa a nessuno

SAN NICOLA ARCELLA È, in teoria, una spiaggia “interdetta” al pubblico perché pericolosa. È anche uno degli angoli di mare più belli d’Italia, l’Arcomagno, dove non si potrebbe accedere per questio…

Pubblicato il: 25/08/2017 – 11:38
Arcomagno insicuro (e “interdetto”) ma non importa a nessuno

SAN NICOLA ARCELLA È, in teoria, una spiaggia “interdetta” al pubblico perché pericolosa. È anche uno degli angoli di mare più belli d’Italia, l’Arcomagno, dove non si potrebbe accedere per questioni di sicurezza. E invece, addirittura, le barche non solo accedono all’area ma arrivano addirittura fino a riva. Le prove dell’anomalia – non l’unica – sono evidenti e ce le forniscono le immagini dei colleghi di CalNews. Le imbarcazioni superano allegramente l’arco, si spingono a riva, fanno sbarcare i turisti su uno dei lembi più suggestivi della Calabria. Tutt’intorno bagnanti e altre barche che si mettono in fila per accedere alle bellezze del luogo.


 

 

In realtà quell’area sarebbe inaccessibile e per un motivo piuttosto serio: proteggere l’incolumità dei villeggianti. Lo spiegava bene una nota firmata da Italia Nostra lo scorso 9 agosto, che parla di «evidente situazione di precarietà e difficoltà nella gestione del sito sia sotto l’aspetto della sicurezza che del decoro». L’associazione aveva chiesto al Comune di San Nicola Arcella di farsi carico della gestione dell’Arcomagno. Impossibile, almeno per il momento, perché l’amministrazione non potrebbe coprire gli oneri «della manutenzione ordinaria e straordinaria del sentiero e della pulizia e messa in sicurezza dell’intera area. Ciò potrebbe avvenire qualora la Regione Calabria perfezionasse le procedure di finanziamento di un progetto complessivo di cui il comune attende gli esiti già da qualche anno». Il Comune si tirava indietro, pur mantenendo «in vita le proprie ordinanze di interdizione dell’Arcomagno, ma non fa nulla, unitamente alla società Mediterranea spa, proprietaria del sito, per renderle efficaci, anzi sembra ignorarle». E le foto che vi mostriamo confermano la denuncia. Una situazione paradossale: «uno dei luoghi turistici più importanti e visitati della intera Regione Calabria – scriveva Italia Nostra –, risorsa e vanto di un intero territorio, allo stato pericoloso, abbandonato a se stesso, di cui nessuno vuole assumersi la responsabilità della gestione e della cura e intanto da molti anni turisti di ogni dove continuano a visitarlo, correndo, il più delle volte ignari, seri rischi per la loro incolumità». E dire che l’Arcomagno era finito pure sulle criticatissime (a ragione) brochure della Regione e viene piazzato più o meno in tutti i claim pubblicitari. In realtà è una zona interdetta. O meglio lo sarebbe. In Calabria certi divieti non valgono. 

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