LAMEZIA Lamezia con l’aeroporto. Lamezia al centro della Calabria. Lamezia sempre più isolata. L’analisi parte da una disamina del Meetup del M5s lametino sul Piano strutturale comunale, sul Piano regionale dei trasporti e sul Piano di sviluppo aeroportuale redatto da ministro dei trasporti e Sacal. Il risultato è un notevole caos, una matassa il cui risultato finale non si sa se porterà a collegamenti del centro urbano con le principali vie di comunicazione o meno.
IL PSC E IL PIANO DEI TRASPORTI Intanto l’amministrazione comunale è alle prese con il Piano strutturale comunale (Psc), un progetto nato nel 2010, sotto l’amministrazione di centrosinistra, su progetto del professore Giovanni Crocioni, emendato, non senza polemiche e strappi con lo stesso Crocioni, tra il 2013 e il 2015. Quella che si trova pubblicata sul sito del Comune è l’ultima versione ma non è chiaro quale versione dovrebbe oggi essere presentata alla giunta comunale per la discussione.
Intanto, proprio nelle prime settimane di agosto, fanno notare i cinquestelle, «il governatore della Regione Calabria Mario Oliverio ha annunciato che a settembre sarà presentato un grande progetto per collegare Catanzaro Lido all’aeroporto lametino col treno». «Non è fantascienza – ha affermato il presidente Oliverio – ma un disegno preciso, anche perché la stazione di Sant’Eufemia va trasferita nella zona aeroportuale, sul modello Fiumicino». Così Lamezia diventerà, «il fulcro dei trasporti in questa regione», scrivono i cinque stelle riportando le parole di Oliverio.
Ma, secondo il Meetup di Lamezia il governatore non ha fatto i conti col Psc nel quale è riportato, nero su bianco, «che alla voce “Rete ferroviaria. Stazione alta capacità…” esclude tratte ferroviarie alternative di collegamento fra Lamezia Terme e Catanzaro-Germaneto che determinano l’isolamento dei centri urbani di Lamezia Terme e del suo comprensorio».
E se nel Psc, secondo l’analisi dei pentastellati, manca un collegamento veloce e diretto con l’attuale stazione centrale di Lamezia, nel Piano dei trasporti regionale ci sono due tracciati, uno che va da Catanzaro a Lamezia Terme passando per i tre quartieri di Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia e l’altro che passa direttamente per l’aeroporto attraversando la strada dei due mari senza interessarsi, così pare, del centro urbano lametino.
IL FUTURO DEI CENTRI DEL LAMETINO «Eppure, come previsto dall’Accordo sottoscritto tra Rete ferroviaria italiana e Regione Calabria a ottobre 2016, e come ricordato dal presidente della Regione nei giorni scorsi, nei prossimi anni pioveranno fondi europei e nazionali nel nostro territorio, per svariate centinaia di milioni di euro, proprio per creare tratte alternative al collegamento Lamezia-Germaneto e con il risultato, probabilmente, di isolare i centri del Lametino», è il timore sollevato dai Cinque stelle.
IL PIANO DI SVILUPPO AEROPORTUALE C’è poi il Piano di sviluppo aeroportuale. Il Psc, così come presentato con l’ultimo emendamento andrebbe a cozzare anche con quest’ultimo Piano. Infatti, nella parte in cui prevede che «La città di Lamezia Terme riconosce nell’attuale linea ferroviaria di collegamento fra Lamezia Terme e Catanzaro l’unica opzione di trasporto ferroviario sostenibile in senso economico, ambientale e paesistico sarà ben più difficile far parte, in maniera attiva, di quanto contemplato nel Piano di sviluppo aeroportuale 2012-2027». Il Piano di sviluppo aeroportuale, redatto da ministero dei Trasporti e della Navigazione ed Ente nazionale per l’aviazione civile, fanno notare i Cinque stelle, «vede Lamezia Terme trovarsi alla confluenza tra la direttrice tirrenica e la trasversale Lamezia Terme-Catanzaro Lido».
Purtroppo vi sono dei distinguo: «Ma la direttrice tirrenica Rfi Praia-Paola-Lamezia Terme-Reggio Calabria è anche la linea che si sviluppa lungo l’asse ferroviario I Berlino-Palermo, incluso tra i progetti prioritari europei collegati alla realizzazione delle reti TEN-T (Trans-European Network – Transport) e che rappresenta anche una porzione della direttrice Roma-Napoli-Reggio Calabria, un pacchetto di situazioni che tradotto e messo insieme con l’aeroporto internazionale e lo svincolo autostradale si legge: il centro del mediterraneo! Insomma ci sarebbe da diventare veramente il centro della Calabria, del Mediterraneo e del sud Europa, – prosegue il Meet up lametino – ma a guardare nel dettaglio, oltre alla scarsa qualità delle ferrovie, la viabilità secondaria, le strade provinciali e la rete viaria minore, presentano in genere “limiti strutturali e funzionali” sia per la inadeguatezza dei tracciati, sia per le difficili caratteristiche geomorfologiche dei luoghi attraversati (vedi dissesti idrogeologici), sia per il precario stato di manutenzione».
NESSUN PESO NEI TAVOLI CHE CONTANO «Insomma bisognava prendere veramente atto dell’importanza che poteva rappresentare una buona organizzazione della mobilità e del sistema di trasporti – conclude la nota del Meet up – (aspetto che era noto anche alle antiche civiltà greche e romane, che oltre a costruire strade di qualità ne sfruttavano la posizione per fare crescere e sviluppare centri urbani e commerciali di grande interesse) che invece, fino ad ora, qualsiasi amministrazione ha rinunciato a sviluppare concretamente, così da non avere alcun peso decisionale nei tavoli che contano».
LA VERSIONE DI CROCIONI In un recente intervento sulla Gazzetta del Sud il professore Crocioni ha parlato di un Psc rinnovato. «Il Lavoro che si è fatto negli ultimi due anni – dice – è stato molto costruttivo. C’è una sorta di continuità col passato ma con qualche innovazione intelligente e mirata, con aggiustamento utili alla comunità».
RISCHIO CAOS Nel caos che ancora regna sul Psc le rassicurazioni di Crocioni non convincono il Meet up che tirano in ballo gli interessi particolari che si estenderebbero anche sull’area archeologica di Terina. «I vincoli proposti per le zone limitrofe agli scavi non vanno giù a molti e mentre la politica prende e perde tempo, intorno all’area di Sant’Eufemia Vetere sorgono sempre più nuove abitazioni», scrivono. «Nonostante le buone intenzioni del professor Crocioni ed i suoi auspici di mezza estate, lo scenario politico ed istituzionale rimane però sostanzialmente immutato e le possibilità che si intravedono all’orizzonte non prefigurano nulla di buono né per la città né per la sua comunità. Ci ritroveremo nelle prossime settimane ad assistere ancora a discussioni sottotraccia, a balletti vari da parte di tanti consiglieri comunali e a mal di pancia a destra ed a sinistra, col rischio evidente che dopo aver stravolto la prima stesura del Piano con il maxiemendamento del febbraio 2015, la montagna partorisca un altro piccolo topolino».
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