LAMEZIA TERME La Provincia di Vibo è quella più disastrata, piombata (dopo un ventennio di vacche grasse marchiate centrosinistra) in una crisi finanziaria profonda che impedisce non solo di pagare gli stipendi ai dipendenti, ma anche di garantire una gestione appena adeguata di servizi primari. Si parla innanzitutto di viabilità e scuole: il presidente dell’ente vibonese, Andrea Niglia, ha paventato proprio nei giorni scorsi la chiusura di circa 450 km di strade e della metà degli edifici scolastici sul territorio provinciale. Una potenziale catastrofe politico-amministrativa, che potrebbe concretizzarsi mentre dall’entroterra montano prende piede una proposta “secessionista”: tre consiglieri comunali di opposizione di Serra San Bruno (eletti nella lista civica “Liberamente”) hanno lanciato un appello affinché si discuta della possibilità di tornare sotto la giurisdizione della Provincia di Catanzaro, un invito raccolto subito dal sindaco della vicina Brognaturo, Cosmo Tassone, dove venerdì 1 settembre si terrà un consiglio comunale aperto incentrato sull’argomento. «Il valore della democrazia e gli obiettivi di sviluppo e decentramento non possono coniugarsi con i divieti di cui si parla in questi giorni», ha spiegato il primo cittadino di Brognaturo. Ma a quanto pare quella vibonese, pur essendo la situazione più a rischio, non è l’unica.
Il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, che è anche alla guida dell’Upi (Unione province italiane) regionale, è già intervenuto pubblicamente in merito alle condizioni disastrose della Provincia di Vibo ma, contattato dal Corriere della Calabria, ha spiegato che l’allarme potrebbe estendersi anche agli altri enti intermedi calabresi. «Tutte le Province calabresi sono in difficoltà. Nessun ente è in condizione di garantire i servizi, a partire da strade e scuole. Il 30 settembre rischiamo di non chiudere i bilanci». La soluzione? «C’è bisogno che la Regione assuma una posizione politica sulle Province, il governatore Oliverio dovrebbe convocare l’Osservatorio regionale per le autonomie locali, ma non lo fa da mesi. I nostri parlamentari, invece, dovrebbero spingere per inserire un intervento risolutivo nella nuova legge di Stabilità». Secondo Bruno, quindi, prima di preoccuparsi di eventuali “secessioni” e “annessioni”, è necessario salvare e «ristrutturare» tutto il sistema delle autonomie locali. La proposta che circola nelle Serre vibonesi, infatti, per il presidente della Provincia di Catanzaro non è certo la priorità: «Non mi preoccuperei in questo momento storico di dare vita a nuove guerre di campanile, rischiamo di ritrovarci con una polveriera che non serve scoperchiare adesso».
Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it
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