CATANZARO Ha di che sorridere l’università “Magna Graecia” di Catanzaro, nonostante l’indignazione della politica seguita al mancato accreditamento di tre scuole di specializzazione medica dell’ateneo. Sì, perché a ben vedere l’offerta formativa dell’università catanzarese, di cui il polo medico è il fiore all’occhiello, è aumentata proprio nel numero delle scuole di specializzazione che da 18 attive nello scorso anno accademico, sono diventate 26.
I numeri mettono quindi in chiaro che ci sarà un ventaglio di scelta più ampio per i neo medici calabresi che vorranno rimanere a formarsi nella nostra regione. Perché ciò fosse possibile sono cambiate le regole ministeriali che dallo scorso giugno non solo hanno eliminato la possibilità per una Scuola di specializzazione di avere delle sedi distaccate in altre università, ma hanno anche introdotto una valutazione su tre step finalizzata all’accreditamento definitivo o temporaneo o alla bocciatura della candidatura.
Nonostante i tempi ristretti, l’ateneo catanzarese è riuscito a presentare 29 domande di accreditamento relative ad altrettante scuole. Tra queste, solo tre (Cardiochirurgia, Ortopedia e Microbiologia) non hanno ottenuto il via libera del ministero, anche se le motivazioni non sono ancora state comunicate. Di queste tre, in realtà, soltanto la scuola di Ortopedia era propria dell’ateneo catanzarese, mentre le altre due facevano capo a Roma e Napoli.
In pratica, così come tutte le altre università italiane, anche Catanzaro ha fatto richiesta di accreditamento per tutte le Scuole che avrebbe potuto attivare, anche per quelle che nel 2010 erano state accorpate ad altre sedi. Così facendo, nove in più rispetto all’anno passato hanno ottenuto il placet ministeriale, ampliando l’offerta formativa dell’ateneo.
«Chi parla di spoliazione o di un ateneo che perde pezzi – spiega il rettore Aldo Quattrone – semplicemente non conosce i fatti e interviene in maniera superficiale: l’università di Catanzaro non solo ha già stipulato le convenzioni con le aziende ospedaliere di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria e con l’Asp di Catanzaro, ma ha aumentato le sue Scuole di specializzazione, il tutto grazie a un grande lavoro di squadra condotto in pochi giorni da quando il ministero ha emanato il decreto di riforma».
Una stoccata neanche tanto velata alla politica che nell’ultimo mese si è prodigata nel levare gli scudi a difesa di un ateneo che non solo non è stato attaccato, ma che in realtà ha migliorato le proprie performance: «Ci sono delle regole – ha proseguito Quattrone – e in base a queste noi siamo stati giudicati così come lo sono stati gli altri atenei italiani. Non credo ci sia bisogno di andare a protestare o di scendere in strada con i forconi, si tratta solamente di migliorare gli aspetti che il Nucleo di valutazione ministeriale ci indicherà e allora saremo in grado di accreditare anche altre scuole».
Ogni ingerenza politica, quindi, sarebbe il tentativo di cambiare in corsa le regole cercando di recuperare ciò che in realtà non è mai stato tolto. Una soluzione all’italiana, insomma, che appare assurda. Le regole utilizzate per Catanzaro, sono le stesse che hanno portato alla bocciatura di 5 Scuole a Siena, 6 a Pisa, 10 a Foggia e 9 a Bari tanto per fare qualche esempio. In media, 1 scuola su 10 è stata bocciata dal ministero.
Le motivazioni delle bocciature, quindi, non sono politiche, ma semplicemente qualitative. I criteri che determinano i livelli minimi di formazione di ogni scuola, infatti, sono cambiati spostando verso l’alto l’asticella: le Scuole che non sono riuscite a superare la valutazione, sono state bocciate.
L’incremento dell’offerta formativa, almeno per quanto è dato sapere sinora, non porterà però a un aumento dei posti disponibili per accedere alla Scuola. I posti assegnati alla Calabria, infatti, dovrebbero rimanere invariati e distribuiti tra le 26 Scuole attive ad oggi anziché tra le 18 dello scorso anno. A primo acchito sembrerebbe anche questa una restrizione, ma essendosi molte Scuole “sdoppiate” sul territorio nazionale, sarà più facile che chi vorrà provare l’accesso a una Specializzazione lo farà in quella più vicina alla sua città di residenza, lasciando quindi che a tentare l’accesso alle Scuole calabresi saranno tendenzialmente i neo laureati in Medicina della Calabria.
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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