ROSARNO Un omaggio per la famiglia Pesce direttamente da Polsi? Per gli investigatori, è questo il significato delle immaginette della Madonna di Polsi apparse questa mattina a Rosarno, di fronte alla casa di Giuseppa Bonarrigo, madre di Antonino, Vincenzo, Rocco, Savino e Giuseppe Pesce, considerati elementi di vertice dell’omonimo clan. I santini sono stati affissi sulle saracinesche del supermercato, confiscato nel corso di una delle tante indagini contro i Pesce e chiuso da anni perché considerato di proprietà dello storico casato mafioso. Per i carabinieri, intervenuti per rimuovere le immaginette, qualcuno di ritorno da Polsi potrebbe aver deciso di omaggiare il clan, invocando sullo storico casato mafioso, azzoppato dagli arresti, la “protezione” della Madonna della montagna. Nonostante la Chiesa abbia più volte chiesto che la festa di Polsi non venga identificata come appuntamento di ‘ndrangheta, per ‘ndrine e clan di ogni angolo del pianeta rimane un punto di riferimento imprescindibile. Al santuario, per decenni retto da don Pino Strangio, attualmente imputato per concorso esterno in associazione mafiosa e violazione della legge Anselmi, aggravata dall’aver favorito i clan, per decenni, in concomitanza con la festa per la madonna della montagna si è svolta la tradizionale riunione dei “delegati” della cosiddetta ‘ndrangheta “visibile”, immortalata dagli investigatori anche in una serie di videoriprese nel corso dell’inchiesta Crimine.
IL SINDACO IDÀ: «GESTO GRAVE» «Se questa pista investigativa fosse confermata dalle indagini, saremmo in presenza di un gesto grave e da condannare con fermezza, soprattutto perché verificatosi in una Città che prova, con fatica, a risollevarsi e che ha voglia di voltare definitivamente pagina», dice il sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà. «Religione e crimine – afferma in una nota – non possono stare insieme. Questo episodio mi fa venire in mente le parole del Ministro Minniti che, in occasione di una sua visita proprio al Santuario di Polsi, disse: “la ’ndrangheta è il contrario di fede, amore, libertà, onore. È il nemico mortale di una società che vuole liberarsi, non ci sono subordinate”. Rimaniamo fiduciosi in attesa di una risposta corale e vigorosa da parte dello Stato, l’Amministrazione comunale farà la sua parte».
IL PREFETTO: «GESTO BLASFEMO» Sull’episodio, il prefetto di Reggio Calabri, Michele di Bari ha espresso «profondo sconcerto, dura riprovazione ed incondizionata condanna per un gesto blasfemo che esige ogni urgente sforzo perchè non è assolutamente tollerabile che la gestualità della ‘ndrangheta possa lontanamente ripetersi». Per il prefetto, «la sana devozione alla Madonna della Montagna è antinomica, contraria, opposta alla ritualità di qualsiasi organizzazione malavitosa e lo Stato anche in questo caso non mancherà di dare una risposta incisiva per l’affermazione della legalità».
LA CONDANNA DEI SACERDOTI DI ROSARNO Durissima la reazione anche di diversi sacerdoti di Rosarno, Giuseppe Varrà , parroco San Giovanni Battista, Rosario Attisano, parroco Maria SS.ma Addolorata, Roberto Meduri, parroco Sant’ Antonio e Carmelo Ascone, vicario parrocchiale Maria SS.ma Addolorata. Con una nota, secca e durissima, i religiosi ci hanno tenuto a precisare che «nessun pellegrinaggio è stato organizzato dalle nostre comunità al santuario di Polsi in occasione della festa che ivi si svolge» e che «le carovane che partono da Rosarno lo fanno in forma strettamente privata». Netti sono stati i sacerdoti anche nel condannare «in maniera ferma quanti pensano di venerare, omaggiare e onorare la Madre di Dio con tali forme, compresi i caroselli di auto per le vie della città sia alla partenza come al ritorno, che nulla hanno di cristiano e che, se contengono omaggi a presunti boss, sono segno di tutt’altra fede che fa riferimento a uomini/donne ancora legati a concezioni tribali fuori da ogni contesto di Chiesa e di civiltà». Per questo – si legge nella nota – «noi parroci e sacerdoti di Rosarno esprimiamo riprovazione per tali gesti e ci auguriamo che le competenti autorità stronchino queste manifestazioni che offendono prima di tutti la Vergine Maria e la comunità cristiana che venera i santi e la Madonna seguendo e osservando la legge di Dio e le indicazioni della Chiesa».
a. c.
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